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L’aumento dei costi dei prodotti petroliferi mette in ginocchio gli operatori del settore.

L’aumento dei costi dei prodotti petroliferi mette in ginocchio gli operatori del settore.
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L’aumento dei costi dei prodotti petroliferi mette in ginocchio gli operatori del settore.

A dirlo è Paolo Chiavacci, presidente del Sindacato di Confcommercio in rappresentanza dei rivenditori dei prodotti petroliferi all’ingrosso ed extra-rete delle province di Pistoia e Prato.

Aumento dei costi dei prodotti petroliferi

“Il sentimento che preoccupa moltissimo la categoria è l’incertezza. Un’incertezza che rende difficile fare impresa e pianificare azioni future.

 

Il Governo ha di recente approvato un decreto ministeriale che riduce il peso delle accise sul costo finale della benzina e del gasolio (composto da queste e dal prezzo della materia prima) che resterà in vigore fino a fine aprile.

 

Una misura che, se da una parte cerca di calmierare i prezzi finali, dall’altra presenta evidenti criticità. La prima riguarda i gap normativi che riversano sulle attività e sugli operatori ulteriori adempimenti burocratici. La seconda si riferisce all’effettiva efficacia di un provvedimento che, seppur mosso

da buone intenzioni, sta già perdendo la sua efficacia a fronte di costanti aumenti dei costi delle materie prime sulle quali è in atto a livello globale un’evidente speculazione.

 

Un’ulteriore preoccupazione è portata dalla carenza di approvvigionamento di prodotti raffinati in particolare di gasolio autotrazione in quanto le compagnie petrolifere ne stanno riducendo notevolmente le forniture. Tale situazione provoca una sofferenza organizzativa alle aziende del settore, anche in considerazione del fatto che il mercato extra rete rappresenta in Italia quasi il 50% del totale delle vendite di gasolio autotrazione.

 

Purtroppo di fronte a questo ci troviamo inermi e disorientati. Attendiamo risposte dal Governo in merito alla normativa per il nostro settore e sarebbe sicuramente un primo passo venisse bloccato in via strutturale il costo delle accise. Quello che serve però è un’azione più su larga scala per bloccare le speculazioni sui prezzi delle materie prime e interventi a sostegno delle tante imprese che, altrimenti, rischiano di chiudere”.

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