UN TEMA SENTITO

Infezione da Covid-19 che va trattata come infortunio sul lavoro

Infezione da Covid-19 che va trattata come infortunio sul lavoro
Pubblicato:
Aggiornato:

I datori di lavoro che applicano le Leggi ed i contratti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro non hanno nulla da temere: parola di Fiom Cgil Toscana.

Infezione da Covid-19

L’individuazione dei soggetti penalmente responsabili è previsto dal Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008.
In particolare l’art. 28 che disciplina la valutazione dei rischi, al comma 2 lettera d specifica che l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri.
Uno dei compiti fondamentali del datore di lavoro è quindi quello di redigere il documento di valutazione dei rischi nei minimi dettagli e non deve essere un adempimento burocratico.
Il datore di lavoro ha una posizione di garanzia, l’omessa valutazione di uno specifico pericolo a cui i lavoratori possono essere sottoposti, o la mancata indicazione di misure di prevenzione, o l’aver fatto male la valutazione dei rischi è da ritenersi una condotta che va ritenuta causa dell’infortunio.
Di lavoro però si continua a morire e nei luoghi di lavoro spesso ci si ammala a causa di tante lavorazioni nocive.
Adesso siamo di fronte ad un virus pericoloso che richiede la massima applicazione delle leggi e dei protocolli specifici, ma il mondo produttivo non può limitarsi a competere solo sui costi, deve fare ricerca e innovazione, investire in prevenzione e prendere un’altra direzione visto che questa crisi ha già cambiato e cambierà gli scenari complessivi.
Il diritto al lavoro deve accompagnarsi al diritto alla salute e all'integrità fisica. Bisogna fermarci a riflettere sulle condizioni di lavoro che viviamo, avendo ben chiaro che il lavoro, come attività fondamentale per l'uomo, non può e non deve essere causa di morte, di infortuni, di malattie.
Oggi più che mai deve essere rivista l’organizzazione del lavoro, degli orari di lavoro, è necessaria un’adeguata formazione, informazione e l’addestramento dei lavoratori.
Devono essere riconosciute pause per le mascherine e riduzione degli orari.
Non evitare che accada ciò che si ha la possibilità nonché il dovere di evitare, significa avere delle precise responsabilità e vanno assolutamente individuate.
Saremo più che mai vigili in ogni luogo di lavoro e ci batteremo per contrastare questa condizione di arretramento delle condizioni di lavoro in modo da restituire ai lavoratori tutto il valore e la dignità che meritano.

Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana

Seguici sui nostri canali