Arezzo

Fimer, salta l'accordo con il fondo inglese. Il destino di 300 dipendenti appeso a un filo

I lavoratori già da qualche giorno hanno occupato la fabbrica

Fimer, salta l'accordo con il fondo inglese. Il destino di 300 dipendenti appeso a un filo
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Salta tutto. Un po' come il coperchio di una pentola a pressione così anche l’accordo tra la proprietà Fimer e il fondo inglese Greybull Capital Mc Laren, ufficializzato qualche settimana.

A rimetterci ci sono i lavoratori. Ben 280 dipendenti a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, il doppio nell’indotto valdarnese, e a Vimercate in provincia di Monza altri 107 dipendenti.

Da qualche settimana alcuni di loro presidiano la fabbrica, con la speranza che qualcosa cambi. Che la nave dirotti la meta verso la salvezza del colosso degli inverter fotovoltaici.

Macchine spente. Il silenzio che si rompe solo dalle loro parole disperate in queste ore di ansia e apprensione. Dietro c'è un futuro incerto, troppo incerto ormai.

 Fimer ha chiesto la revoca del concordato

Il termine ultimo, come fanno sapere i sindacati, è metà luglio. Appena una quarantina di giorni per trovare una mediazione e dare continuità produttiva.

Dal canto suo, la Fimer ha assicurato a individuare «nuove fonti di finanziamento e nuovi partner affidabili per salvaguardare il proprio futuro e quello dei dipendenti».

Infatti, la Fimer sostiene di aver negoziato fino all’ultimo minuto e che il mancato raggiungimento dell’ accordo è dipeso esclusivamente dalla responsabilità di e Fimer ha chiesto la revoca del concordato che pretendeva la governance. Inoltre, fanno riferimento al fondo che non aveva sufficienti garanzie economiche per sostenere l’operazione.

«Quest’ultima decisione del consiglio di amministrazione - hanno commentato da Grebull - ci lascia profondamente perplessi e rimaniamo in attesa che si pronunci il tribunale. McLaren Applied e Greybull Capital riaffermano il loro impegno nel dare un futuro a Fimer merita di stare in buone mani».

Ma i sindacati non ci stanno

I sindacati però associano le responsabilità alla Fimer e fanno alcune riflessioni.

«Hanno scoperto che non avevano i soldi solo dopo non essere giunti all’accordo? E dopo due mesi e mezzo di trattativa? Ci pare strano - dicono da Fiom, Fim e Uilm -  Nell’udienza del 3 maggio in tribunale risultava depositata opportuna garanzia da Greybull-Mclaren.

Il Cda ritiene che non avrebbero condizioni economiche sufficienti per sostenere l’azienda. Peccato che in concordato c’è Fimer e chi ha bisogno di sostegno economico per evitare fallimento sia Fimer.

Se il CdA ritenesse l’investitore non strategico dovrebbe lo stesso CdA ricordarsi che lo ha portato la stessa proprietà e sempre per loro ammissione se non avessero ambito alla governance Fimer avrebbe sottoscritto l’accordo permettendogli di investire. Quindi poco prima erano pronti a cedergli l’azienda, poco dopo li giudicano inadeguati».

La verità è un’altra

«Dopo anni di false promesse dalla proprietà, Greybull- Mclaren è stato insieme a Mattarelli, l’unico soggetto a formulare offerta esclusiva con deposito a sostegno per quanto ci risulta. Riteniamo logico che chi ci mette i soldi voglia garanzie sul proprio investimento e decidere gli investimenti futuri. Il perché della rinuncia al concordato, e la rinuncia a giungere ad un accordo con Greybull per noi è riconducibile solo alla volontà di mantenere la governance, e ci aspettiamo infatti nel breve la riproposta di un ulteriore concordato basato sulla necessità di ricorrere a un investitore che abbia il requisito di essere compiacente alla proprietà e che di fatto gli dia soldi e non pretenda restituzioni, quindi ci aspettiamo di ritrovarci in assenza della soluzione. Questo è inaccettabile!

Per interesse privato la proprietà sacrifica lavoratori, fornitori e l’intera comunità, compromette il futuro dell’azienda, che era leader su questo mercato, vanificando una concreta certezza ed opportunità per un intera comunità. Questa proprietà da marzo 2020 (data di acquisizione) a dicembre 2021 con le proprie scelte e strategie ha portato l’azienda al concordato per noi OOSS, prima e durante tutto questo periodo, Mclaren era solo una macchina della F1.

Quindi le organizzazioni sindacali ringraziano per la pazienza, la determinazione, e il continuo impegno messo nella vertenza per un suo positivo sviluppo i rappresentanti di Greybull-Mclaren, invitandoli a mantenersi interessati, e ribadiscono a questa proprietà di farsi da parte perché con la loro opera non hanno portato alcun valore aggiunto. Hanno invece certificato di non avere competenze, umiltà, e finanza necessarie per sostenere ciò che non meritano: questa realtà industriale».

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