DURO ATTACCO

Confcommercio contro la distanza dei due metri: "Si uccide un settore senza basi scientifiche"

"In un momento delicato come quello attuale ci chiediamo come sia possibile condannare ristoranti e locali all’ennesima restrizione, aumentando esponenzialmente i rischi di una chiusura definitiva per molti di loro. E tutto questo viene fatto senza dati, senza tesi che confermino la vera utilità delle nuove misure".

Confcommercio contro la distanza dei due metri: "Si uccide un settore senza basi scientifiche"
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Fipe-Confcommercio: gravissimo che le autorità sanitarie continuino solo a inasprire le prescrizioni senza proporre mai alternative.

Confcommercio contro la distanza dei due metri

“Siamo sconvolti dalla noncuranza con la quale vengono prese le decisioni e dalla leggerezza con cui le stesse autorità sanitarie si esprimono. Mettere nero su bianco il suggerimento di aumentare la distanza nei ristoranti da uno a due metri e ammettere, contemporaneamente, che non esistono riscontri scientifici alla base di questa decisione, è gravissimo.”

Sono duri i toni usati da Fipe-Confcommercio, a seguito della notizia di una nuova restrizione che andrà a gravare sulle attività di somministrazione.

“La situazione è grave, non vogliamo dire niente di diverso ma è assurdo che dopo un anno si continui a lavorare sulle stesse limitazioni che, evidentemente non funzionano: le nostre attività sono chiuse da settimane eppure la curva dei contagi non accenna a scendere, a testimonianza del fatto che non siamo noi i diffusori del virus.

In un momento delicato come quello attuale ci chiediamo come sia possibile condannare ristoranti e locali all’ennesima restrizione, aumentando esponenzialmente i rischi di una chiusura definitiva per molti di loro.

E tutto questo viene fatto senza dati, senza tesi che confermino la vera utilità delle nuove misure.

In questo modo non solo le autorità sanitarie perdono credibilità ma diffondono un inutile allarmismo nei cittadini, tutt’altro che utile.

Invece di inventarsi strumenti sempre nuovi per mortificare le speranze di ripresa di una vita normale degli italiani e dei ristoratori, dovrebbero concentrarsi su come accelerare la campagna vaccinale per portare fuori il Paese dal dramma dei lockdown. Ma anche sulla definizione di sostegni per le attività chiuse, se vogliono dare un futuro al Paese.

È un momento drammatico, serve responsabilità a tutti i livelli: non si sceglie di uccidere un comparto senza alcuna base scientifica.”

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