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Sesto Fiorentino, il nuovo direttore: «Il Museo Ginori è vivo»

Di Lorenzo soddisfatto: «Praticamente torno a casa»

Sesto Fiorentino, il nuovo direttore: «Il Museo Ginori è vivo»
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E’ stata finalmente resa nota nei giorni scorsi l’attesa notizia: è Andrea Di Lorenzo, 57 anni, il nuovo direttore del Museo Ginori. Ad annunciarlo è stato il professor Tomaso Montanari, presidente della Fondazione museo archivio Ginori della manifattura di Doccia. Di Lorenzo, attuale vicedirettore vicario del Museo Poldi Pezzoli di Milano, è stato nominato dal consiglio di amministrazione della Fondazione al termine di una selezione di evidenza pubblica.  La commissione di valutazione della quale facevano parte Francesco Caglioti, ordinario alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Paola D’Agostino, direttrice del Museo Nazionale del Bargello e Tomaso Montanari, ha indicato la terna dei candidati reputati idonei a ricoprire l’incarico  (Andrea Di Lorenzo, Serena Nocentini ed Oliva Rucellai) ed è stato poi il Consiglio di amministrazione a scegliere il profilo di Andrea Di Lorenzo. «La sua biografia – ha commentato Montanari – tiene insieme la competenza scientifica di uno storico dell'arte impegnato nella ricerca a livelli internazionali e l’esperienza di governo, e di finanziamento, di uno straordinario museo di fondazione. Il suo arrivo come direttore del Museo Ginori è il primo essenziale passo per la costruzione di un’istituzione culturale che sia al tempo stesso un punto di riferimento per la collettività di Sesto Fiorentino, della Piana e di Firenze ed un nodo essenziale nella geografia museale internazionale». Pienamente soddisfatto si è dichiarato a BisenzioSette il nuovo direttore: «Praticamente torno a casa. Anche se sono originario di Milano – ha precisato subito – Firenze e la Toscana sono da sempre la mia seconda patria. Mia nonna era una storica dell’arte, direttrice del Gabinetto dei disegni e delle stampe della Galleria degli Uffizi ed  ha vissuto per molti anni a Firenze ed anche mia mamma è nata e vissuta a Firenze per poi trasferirsi a Milano, dove mio padre lavorava all’Olivetti». Nato e cresciuto a Milano, Di Lorenzo ha studiato a Pavia ed ha conseguito a Firenze il diploma di post specializzazione.  «La mia famiglia vive a Firenze – ha poi aggiunto – e per oltre trent’anni ho continuato a fare il pendolare verso Milano avendo iniziato a collaborare come assistente e poi come conservatore al Museo Poldi Pezzoli di Milano, un’istituzionale straordinaria che raccoglie l’eredità di uno dei più raffinati collezionisti del secolo scorso e del quale sono vicedirettore vicario dal 2018. Ovviamente – ha proseguito – ho accolto il nuovo incarico con grande entusiasmo e sono convinto che tutta l’esperienza acquisita a Milano sarà molto utile per affrontare la nuova avventura professionale. Sono grato al Cda della Fondazione per avermi scelto e non vedo l’ora di cominciare anche insieme agli Amici di Doccia che hanno svolto un ruolo fondamentale per consentire il mantenimento e poi il salvataggio del Museo». L’insediamento ufficiale, tuttavia, potrà avvenire solo nei prossimi mesi: il nuovo direttore ha formalizzato le dimissioni del suo precedente incarico a Milano solo nei giorni scorsi ed ora occorre rispettare il preavviso obbligatorio di 90 giorni. «A Milano – ha spiegato -  dovrò concludere il lavoro in corso e passare tutte le consegne per poi iniziare davvero il nuovo incarico a Sesto. Già nei prossimi giorni, tuttavia, richiederò un incontro al Sindaco Lorenzo Falchi così da poter sviluppare subito un’interlocuzione preziosa e nuove sinergie in modo coordinato con le politiche culturali già avviate». Sul futuro Di Lorenzo ha dimostrato di avere le idee chiare: «Il Museo dovrà essere al sevizio del pubblico della città di Sesto, della Piana e di tutti i Comuni confinanti, sviluppando parallelamente un’attività di studi e ricerche nel campo della porcellana e della manifattura affinché sia possibile ricoprire un ruolo importante come centro studi di alto livello ed acquisire un profilo internazionale. L’obiettivo sarà quello di creare collegamenti con le istituzioni straniere specializzate nel settore della porcellana, sviluppare una relazione di contatti e fare dei cataloghi online affinché il pubblico possa rendersi conto del patrimonio straordinario prodotto. Al contempo dovrà essere valorizzato il legame con il territorio». Nei prossimi mesi dovrà essere avviato il cantiere per consentire gli attesi lavori di restauro: «in quest’ottica – ha spiegato il direttore – è molto positiva che la nomina sia arrivata oggi così da consentirmi di seguire i lavori di restauro ed il futuro allestimento e condividere le impostazioni con i progettisti. Già prima della riapertura ufficiale dei locali, tuttavia, spero di poter sviluppare dei progetti con dei laboratori per il pubblico per evidenziare come il museo è vivo e pronto a rinascere.  Insomma, mi pare ci siano tutte le premesse per fare un ottimo lavoro e riconquistare quel ruolo di primo piano in campo nazionale e internazionale che compete da sempre al Museo».

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