Sciopero dei lavoratori del turismo, presidio di fronte a Confindustria a Firenze
I motivi sono da rintracciare nel mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore. Lo sciopero durerà 16 ore
Sciopero dei lavoratori del turismo di tutta la Toscana dopo la battuta d'arresto sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore. Solo nella nostra regione si parla di circa 20mila addetti interessati dalla trattativa che ora vive una fase di stallo.
Di fronte alla sede di Confindustria in via Valfonda a Firenze, si sono ritrovati dalle 10:30 di giovedì 8 agosto i lavoratori provenienti da tutta Toscana, per uno sciopero della durata di 16 ore realizzate a livello regionale e territoriale. La protesta è promossa dai sindacati confederali di categoria (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil) e riguarda i dipendenti delle aziende aderenti ad Aica e Federturismo.
Nuova rottura
"I diritti non si cedono. Il costo della vita è diventato insostenibile. Questo contratto nazionale è scaduto da sei anni e gli altri contrati del turismo sono già stati rinnovati. Per tutto questo, è sciopero!", così recita la locandina della manifestazione di protesta.
"A sei anni dalla scadenza del contratto nazionale e mentre la stagione estiva sta registrando flussi di turisti straordinari, per le associazioni datoriali pare non essere ancora il momento di riconoscere un miglioramento delle condizioni di migliaia di addetti/e che operano nelle imprese alberghiere e per i tour operator", recita una nota congiunta dei sindacati.
"In questo rinnovo si deve dare prioritariamente una risposta economica alle lavoratrici e lavoratori e portare alcuni avanzamenti normativi su contrasto alla precarietà, appalti e internalizzazioni, contrasto alle violenze e molestie sui luoghi di lavoro, congedo per le donne vittime di violenza e genitorialità. Tutte materie già condivise e sottoscritte nei rinnovi contrattuali chiusi nelle scorse settimane con tutte le altre associazioni datoriali del settore. Notiamo un atteggiamento miope per il turismo e offensivo per le lavoratrici e i lavoratori, nella colpevole consapevolezza che le maggiori criticità del settore attengono proprio le condizioni di lavoro e le retribuzioni".