Prato, arrestato il comandante Turini: il rapporto con Matteini e il viaggio negli USA del figlio come ricompensa
Il tenente colonnello dei carabinieri avrebbe concesso favori in cambio di informazioni. Arrestati anche un imprenditore ed un investigatore
Sergio Turini, comandante dei carabinieri della compagnia di Prato, è stato arrestato nella giornata di ieri giovedì 30 maggio 2024 con le accuse di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo ai sistemi informatici. In particolare, il 55enne avrebbe concesso favori ad alcuni imprenditori sfruttando la possibilità di effettuare ricerche nelle banche dati delle forze dell'ordine, senza la giustificazione di un'indagine in corso. Non solo, possibile che si aggiungano anche le accuse di peculato, omissione di reato e abuso di ufficio.
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Rapporto stretto con Matteini Bresci
Gli accessi al portale sarebbero stati almeno 99. In cambio di questi favori, Turini sarebbe stato ricambiato con un viaggio da migliaia di euro per il figlio negli Stati Uniti e tre bottiglie di vino pregiato per un valore totale di oltre 1800 euro.
Assieme a lui è stato indagato anche Riccardo Matteini Bresci, 66 anni, uno dei maggiori imprenditori tessili di tutta Prato, socio di maggioranza del “Gruppo Colle” che si occupa di tintura tessile. Proprio con Bresci, il figlio di Turini avrebbe viaggiato negli USA senza versare la propria parte.
Nelle carte si parla del loro rapporto stretto, con Turini a vantarsi dei propri rapporti con i ricchi imprenditori della città, con cui vigeva un vero e proprio scambio. Il comandante avrebbe chiesto a Matteini Bresci di intercedere per lui al Comando generale dell'Arma per impedire che venisse trasferito a Potenza. La volontà di rimanere in carica a Prato sarebbe legata anche al mantenimento di questo rapporto. Turini avrebbe a sua volta passato informazioni sensibili perché l'imprenditore guadagnasse vantaggi nei confronti della concorrenza e in generale sempre con il fine di migliorare il proprio business. Tra di esse ad esempio le informazioni sarebbero arrivate riguardo a delicate indagini coperte da segreto, che la Procura stava effettuando sui dipendenti della sua azienda e su altri imprenditori. Cene con gli imprenditori, favori e frequentazione di questa élite di personaggi ricchi e influenti definiti dal giudice "para massonici".
Arresti domiciliari inoltre anche per il terzo personaggio di questa vicenda, l’investigatore privato torinese Roberto Moretti, 52 anni, titolare di un’agenzia di investigazioni. Turini sarebbe legato a Moretti (fratello di un suo collega carabiniere) da un rapporto di amicizia. Il comandante avrebbe dirottato presso l'agenzia dell'investigatore alcuni casi, procurandogli di fatto dei clienti: tra le attività, il recupero di informazioni circa alcuni dipendenti, che gli imprenditori corrotti dal comandante dei Carabinieri poi utilizzavano a loro favore.