Parà ucciso in caserma: dopo 25 anni, appello conferma assoluzione per ex commilitone
Il procuratore generale Luigi Bocciolini aveva chiesto la condanna a 17 anni e mezzo per Antico
Confermata in appello l'assoluzione per Andrea Antico, uno dei tre ex commilitoni di Emanuele Scieri accusati dell'omicidio del 26enne siciliano, parà della Folgore, trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999.
Il processo si è svolto con rito abbreviato
Il procuratore generale Luigi Bocciolini aveva chiesto la condanna a 17 anni e mezzo per Antico.
L'accusa ha invece rinunciato all'appello, per intervenuta prescrizione, per altri due imputati che avevano scelto il rito abbreviato, l'ex comandante della Folgore Enrico Celentano e Salvatore Romondia, accusati di favoreggiamento, anche loro assolti in primo grado.
Il 16 agosto del 1999, Emanuele Scieri, 26 anni, siracusano, fu ritrovato privo di vita nella caserma Gamerra di Pisa. Era arrivato tre giorni prima. Inizialmente si era chiuso il caso come suicidio, ma nel 2018 le indagini furono riaperte.
Secondo le indagini l’ex parà sarebbe rimasto vittima di atti di nonnismo e gli ex caporali ora condannati lo avrebbero picchiato anche dopo che lui aveva cercato una disperata fuga sulla torretta, quel 13 agosto, poche ore dopo il suo arrivo in caserma, facendolo poi precipitare e morire, e nascondendo il corpo sotto un tavolo.
"Mio fratello non ci sarà restituito ma ora c’è una verità, quella che noi abbiamo sempre voluto, sia io che i miei genitori - aveva detto qualche mese fa Francesco Scieri, fratello di Emanuele - Hanno lottato fino allo stremo per avere questa giornata così importante e finalmente c’è una sentenza di condanna per i colpevoli, per quelli che hanno sbagliato".
In primo grado l’ex maggiore Salvatore Romondia e l’ex generale Enrico Celentano, imputati per favoreggiamento, sono stati assolti insieme ad Antico. Ma la procura si è appellata.