Nel carcere di Sollicciano detenuto tenta di stuprare un'infermiera, Sappe: "Ministro Cartabia e Capo del Dap Renoldi abbiano la dignità di dimettersi"
Il Sappe è pronto a scendere in piazza, a settembre, per sottolineare quanto e come sia importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale.
Nel carcere di Sollicciano detenuto tenta di stuprare un'infermiera, Sappe: "Ministro Cartabia e Capo del Dap Renoldi abbiano la dignità di dimettersi"
Domenica di sangue e violenza nel carcere di Sollicciano a Firenze.
Gravissimo l’ultimo grave episodio, avvenuto in mattinata, sul quale riferisce Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria.
"Da settimane nel carcere fiorentino di Sollicciano - ha detto - accadono gravissimi episodi violenti. Ma oggi si è sfiorata la tragedia. Dopo l'aggressione ad alcuni Agenti con olio bollente e un tentativo di strangolamento nella stessa settimana, questa mattina un internato marocchino, in attesa di Rems (Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e attualmente ristretto presso il Reparto Atsm (Articolazione salute mentale) del carcere di Sollicciano, fingendo di avere problemi di salute è entrato in infermeria e ha tentato di abusare dell'infermiera. Si è scagliato contro la donna facendola cadere e, successivamente, le si è messo sopra infilando le sue mani nel pantalone e nella maglietta.
Sentendo le urla, il poliziotto di servizio è intervenuto subito per liberare l'infermiera e, nel liberarla, ha subìto dei colpi al volto e al ginocchio. Arrivati i rinforzi sul posto, mentre si accompagnava il detenuto nella propria cella, questi ha cercare di scappare ma è stato subito bloccato. L'infermiera e il collega di sezione sono stati trasportati in ospedale in quanto la donna aveva dolore alla spalla e il collega al ginocchio e al collo. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà ma è del tutto evidente che la situazione è allucinante a Sollicciano!”.
Sul fato è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale Sappe.
“La situazione delle carceri italiane, per adulti e minori - ha spiegato - è sempre più allarmante, per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti.
Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria fanno solo chiacchiere e la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvisto. Per questo torno a sollecitare la Ministra Guardasigilli Cartabia a prendere con urgenza provvedimenti per gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti”.
Il Sappe è pronto a scendere in piazza
Il Sappe è dunque pronto a scendere in piazza, a settembre, per sottolineare quanto e come sia importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. E’ grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria.
Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione.
"Se i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - hanno aggiunto dal Sappe - non sono in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane ed alla tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria devono avere la dignità di dimettersi!”