Luana D'Orazio, il fidanzato lancia una campagna social per ricordarla
La ragazza morì stritolata da un macchinario in un'azienda tessile
"Perché non ci si dimentichi non solo di lei, ma anche delle persone prima di lei, dopo di lei e che tutt'ora continuano a morire sul posto di lavoro (nel 2023 2/3 al giorno)". Lei è Luana D'Orazio, morta stritolata dentro un macchinario in un'azienda tessile di Montemurlo e il prossimo 30 giugno ne avrebbe compiuto 25. Adesso il fidanzato, Alberto Orlandi, ha lanciato una campagna social in vista del compleanno della ragazza.
"Chi sbaglia deve pagare, ed è giusto che le aziende che lavorano onestamente, fruttino la sua onestà - ha scritto Orlandi sulla propria pagina Facebook - Chiunque è disposto ad aiutarmi, chiedo di fare una storia il 30 giugno, prendendo una foto qualsiasi di Luana sul suo profilo usando l’hashtag #tusorridisorridisempre. È una battaglia molto difficile da portare avanti, ma insieme ce la possiamo fare", ha detto ancora.
L'obiettivo di Orlandi è quello di tenere alta l'attenzione sugli infortuni e i morti sul lavoro.
"I numeri parlano chiaro, nel 2021 ci sono stati 1404 morti sul posto di lavoro, se tutte queste morti avessero avuto una giustizia vera, 1404 aziende per forza di cose sarebbero chiuse, e invece niente, andiamo avanti come se nulla fosse successo", ha scritto Orlandi.
Chi era D'Orazio
Luana D'Orazio, aveva 22 anni e viveva nella frazione de Le Querci a Pistoia. A causare la morte della giovane è stato lo schiacciamento del torace (in gergo tecnico si parla di politrauma fratturativo toraco-polmonare). E' stata inghiottita dall'orditoio. Unico imputato per omicidio colposo e omissione delle cautele antinfortunistiche del macchinario è il manutentore esterno della ditta in cui morì Luana, Mario Cusimano.
Per gli stessi reati hanno patteggiato la pena i due titolari dell'azienda, Luana Coppini e il marito Daniele Faggi, condannati rispettivamente a due anni e ad un anno e sei mesi (con sospensione condizionale).
"Luana è stata completamente stritolata, distrutta da questo macchinario, il quale, da quanto è venuto fuori dalle perizie, era completamente manomesso per poter produrre di più - ha ricordato ancora il fidanzato - Gli indagati per questo fatto sono tre, la titolare, il marito, dichiarato titolare di fatto, ed il manutentore. Ai primi detti è già stata data una condanna di 2 anni ad una ed un anno e mezzo all’altro, con sospensione di giudizio, quindi praticamente il niente. Alla ditta una multa di 10.300 euro. Mentre per il manutentore siamo ancora in processo. Dico questo per far capire come va veramente l’Italia oggi, un paese il quale si basa sul lavoro", ha concluso Orlandi chiedendo, appunto l'aiuto di tutti.