Imu: versa la rata al comune sbagliato

L’uomo, 36 anni di Carmagnola, nel 2014 ha sbagliato a scrivere il nome del luogo e la rata è finita a Carmignano. Il vicesindaco Migaldi: «Lo invitiamo a visitare il territorio».

Imu: versa la rata al comune sbagliato
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M. M. è un trentaseienne residente a Carmagnola, in provincia di Torino. Nel 2014 ha compilato il modulo F24 per il pagamento della rata Imu, sbagliando però a scrivere il nome del comune: Carmignano (provincia di Prato) al posto di Carmagnola.

Imu: versa la rata al comune sbagliato

Immaginate di dover pagare l’Imu, come ogni anno. Compilate l’F24, predisponete il pagamento. E una volta terminata l’intera operazione, tornate all’occupazione quotidiana e al resto degli impegni di ogni giorno, certi di aver assolto l’obbligo secondo la legge e di esservi dunque tolti il pensiero. Qualche mese dopo però, il vostro Comune di residenza non solo vi informa di non aver mai ricevuto la somma, ma la richiede applicandovi oltretutto una penale per il ritardo verificatosi. Indignati, fisserete un appuntamento con il sindaco o con l’assessore e pronti al colloquio in cui sostenere la propria buona fede, andate a cercare la matrice del bollettino che attesta il pagamento e... d’improvviso leggendo meglio e facendo mente locale intuite l’errore commesso, realizzando perciò di aver versato l’importo al Comune sbagliato.

Da Carmagnola (Torino) a Carmignano

E’ successo a M. M., un trentaseienne torinese residente a Carmagnola, in provincia di Torino. Solo che per un fraintendimento grammaticale da parte sua (dovuto forse alla fretta) la prima rata dell’Imu è arrivata al Comune di Carmignano. L’assonanza è indubbiamente notevole, a partire dallo stesso numero di lettere del nome. Così come è capitato in passato che Carmignano sia stato erroneamente associato da chi vive fuori dalla Toscana ad un altro borgo con il medesimo nome, o quasi (Carmignano di Brenta) che si trova tuttavia in Veneto (per l’esattezza in provincia di Padova). Tra Carmignano e Carmagnola però ballano trecentonovantasei chilometri ed oltre quattro ore di auto. E l’incomprensione è stata definitivamente chiarita dopo anni: la rata corrisposta erroneamente da M. risale infatti al 2014, come riportato sull’atto che ne attesta il versamento. E l’amministrazione piemontese ne ha chiesto la corrisponsione al Comune in via ufficiale solo lo scorso 17 ottobre.

Invitato a visitare Carmignano

E l’amministrazione Prestanti, con la determina numero 148 dello scorso 23 ottobre, ha disposto la liquidazione di poco più di 500 euro (a tanto ammontava la rata pagata da M.) a favore del Comune di Carmagnola. Si tratta per la precisione di 518 euro, ”da impegnare sul Cap. 3660  per  tributi da riversare ai Comuni di competenza – si legge –  si provvederà a liquidare quanto dovuto al Comune avente diritto con successivo atto di liquidazione”. Tutto risolto, quindi. Resta la bizzaria di un avvenimento particolare.

«Una storia sicuramente curiosa, che sembra cucita apposta per una società “social”, quella in cui viviamo, in cui le distrazioni sono frequenti anche in ambiti come questo – scherza il vicesindaco Federico Migaldi – il signor M. si è evidentemente confuso, accorgendosi del fraintendimento solo in un secondo tempo». Dato però che non tutto il male viene per nuocere, perché non trasformare la svista in un’opportunità per il turismo? «So che la vicenda ha avuto un po’ di risalto sulla cronaca locale, nell’hinterland torinese. E non so onestamente se M. sia mai venuto a Carmignano da allora – ha continuato Migaldi, proseguendo con un invito – nel caso in cui non lo avesse ancora fatto, lo invitiamo a visitare il territorio. Ora che l’equivoco è stato chiarito e potrà riderci sopra, siamo certi che non ne resterà deluso».

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