Il satellite che controlla la terra è nato a Campi Bisenzio

Lo stabilimento conta circa 1.000 addetti. Un fiore all’occhiello per Campi, ombelico del mondo nel campo della ricerca e della tecnologia.

Il satellite che controlla la terra è nato a Campi Bisenzio
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Leonardo: un’eccellenza nel mondo: è loro il satellite che controlla la terra, made in Campi Bisenzio.

Il satellite che controlla la terra

Il monitoraggio della Terra è possibile grazie a Sentinel-3B, il sofisticatissimo satellite realizzato con un importante contributo dello stabilimento Leonardo di Campi Bisenzio, lanciato nello spazio il 25 aprile 2018 alle 19.57 ora italiana, dal cosmodromo russo di Plesetsk. Sentinel-3B è figlio di Copernicus, il più ambizioso progetto mai realizzato nel campo dell’osservazione e monitoraggio della Terra, che ha l’obiettivo di fornire informazioni accurate, tempestive e facilmente accessibili per migliorare la gestione dell'ambiente, comprendere e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per garantire la sicurezza, anche attraverso la gestione delle emergenze. Il programma è guidato dalla Commissione Europea in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Il radiometro realizzato qui

Leonardo ha realizzato il radiometro SLSTR a bordo del satellite. La fase di sviluppo e realizzazione dello strumento, iniziata nel 2007, ha richiesto un lavoro estremamente impegnativo da parte di un consorzio industriale composto da oltre 20 aziende europee e capitanato da Leonardo nel ruolo di Prime Contractor. Leonardo è stato il capofila del progetto che ha l’obbiettivo di fornire dati importantissimi per la comunità scientifica.

Fabio Brandani Responsabile programma SLSTR – Leonardo

«E’ un radiometro - ha spiegato con soddisfazione Fabio Brandani (Responsabile programma SLSTR – Leonardo) - che riesce a misurare la temperatura di terre e mari per applicazioni che spaziano dalla metereologia allo studio della desertificazione e dello stato di salute della vegetazione o monitorare gli incendi dove non li può vedere nessuno ma il loro impatto ambientale sull’inquinamento ha un peso. Solo per fare degli esempi perché il campo d’applicazione è molto vasto. Questo strumento è in orbita a 800km di altezza dalla Terra, un po’ come se un termometro fosse posizionato sulla Madonnina del Duomo di Milano per misurare le temperature del Golfo di Napoli».

Le misurazioni

Concentrandosi sugli oceani della Terra, la famiglia di satelliti Sentinel-3 misura temperatura, colore e altezza del livello della superficie del mare nonché lo spessore del ghiaccio marino. Tali misurazioni sono utilizzate, per esempio, per monitorare i cambiamenti del livello del mare, l’inquinamento marino e la produttività biologica. Sulla terraferma, questa missione innovativa fornisce informazioni per monitorare gli incendi boschivi, mappare il modo in cui la terra viene utilizzata, osservare lo stato della vegetazione e misurare i livelli di fiumi e laghi. Sentinel-3B è il secondo satellite della famiglia in orbita e, grazie alla sua presenza nello spazio, ogni punto della Terra viene monitorato più volte al giorno.

«La Leonardo di Campi Bisenzio - ha detto Fabio Brandani - è a capo del consorzio formato da grandi aziende europee che stanno lavorando al progetto SLSTR dal 2007. Nel febbraio 2016 è stato lanciato Sentinel-3A, con il primo radiometro che è in orbita da due anni e che ha già fornito moltissimi dati già a disposizione della comunità scientifica. Il test dello strumento è stato fatto nello stabilimento di Campi Bisenzio con grande soddisfazione per tutti. Dal 2007 al 2016 proprio a Campi ha lavorato un team importante che ha reso possibile la realizzazione di questo strumento. Tengo a precisare che si sta parlando di un progetto che ha coinvolto tante persone in Europa. La nostra missione è quella di fornire dati a chi deve prendere delle decisioni in maniera tale da muoversi nel miglior modo possibile con la consapevolezza che si può aiutare tutto il mondo. Stiamo parlando di sviluppo sostenibile».

Sei famiglie di missioni satellitari

L'ESA sta sviluppando sei famiglie di missioni satellitari Sentinel specificamente progettate per le esigenze operative del programma.
Con a bordo una serie di strumenti all’avanguardia, Sentinel-3 è senza dubbio la più complessa delle missioni Sentinel.
Tra questi strumenti, fondamentale è SLSTR (Sea and Land Surface Temperature Radiometer), il radiometro all’infrarosso progettato da Leonardo a Campi Bisenzio per la misurazione della temperatura superficiale di terre e mari sull’intero Pianeta.
Il suo obiettivo è fornire supporto alla meteorologia e alla climatologia garantendo un monitoraggio costante negli anni dell’andamento della temperatura del globo terrestre, oltre a rendere disponibili dati utili per il monitoraggio dello stato di salute della vegetazione.
SLSTR rileva le radiazioni elettromagnetiche su nove canali spettrali, garantendo da 800 km di altezza la misurazione della temperatura degli oceani e della terra con una precisione del decimo di grado e una risoluzione spaziale di 1km; due ulteriori canali sono poi utilizzati per monitorare gli incendi dallo Spazio.
Un radiometro SLSTR è sul satellite Sentinel-3A, lanciato a febbraio 2016, e sta lavorando in orbita da due anni con eccellenti risultati; il secondo modello dello strumento è stato lanciato a bordo di Sentinel-3B il 25 aprile 2018. La presenza contemporanea di due strumenti gemelli in orbita consentirà di ridurre il tempo di rivisitazione massimo in ogni punto sul Pianeta ad un massimo di un giorno (la misura di temperatura di ogni punto del Pianeta sarà ripetuta almeno una volta al giorno all’altezza dell’equatore, con frequenza crescente al crescere della latitudine).

«Il monitoraggio - ha detto ancora Brandani - andrà avanti per oltre 20 anni. Stiamo già costruendo i radiometri che saranno a bordo di Sentinel-3C e 3D».

Altri progetti alla Leonardo

Alla Leonardo i progetti in fase di realizzazione sono tanti, ad esempio la realizzazione di uno strumento in grado di misurare la fluorescenza vegetale (lo spettrometro FLEX), e si tratta di progetti nati a Campi.

«Per quanto riguarda l’attività spaziale - ha concluso Brandani - è poi previsto il lancio di una suite di strumenti sulla sonda europea, BepiColombo, che andrà a esplorare Mercurio. Si tratta di una missione che ha una valenza puramente scientifica, con grande contributo dell’ASI. Partirà in ottobre e ci darà informazioni sull’universo e sulla natura umana. Un altro progetto, sviluppato sempre a Campi e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana è la realizzazione di una camera iperspettrale per la missione PRISMA, che andrà a monitorare la Terra fornendo un’alta quantità di dati. Per esempio se voglio sapere dove si trova l’amianto sui tetti, lo strumento lo trova. Ogni oggetto, infatti, ha una propria “firma spettrale” unica, come fosse un’impronta digitale: emette o riflette radiazioni elettromagnetiche su varie lunghezze d’onda, con un’intensità variabile in funzione delle proprie caratteristiche chimico-fisiche. Acquisendo e analizzandone la firma con una macchina iperspettrale è quindi possibile identificare e studiare un oggetto o risalire alle caratteristiche di un’area sotto osservazione. La camera iperspettrale di PRISMA fornirà dati che avranno moltissime applicazioni. In un colpo solo siamo in grado di vedere ciò che interessa all’ambiente, all’agricoltura e a molto altro. Questo è veramente un progetto innovativo, una sfida dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il lancio è previsto entro aprile. Anche lo strumento che permette di vedere le variazioni del buco dell’ozono è stato realizzato dalla Leonardo e proprio a Campi».

Uno stabilimento all’avanguardia nel mondo dove si progettano e producono sistemi elettro-ottici per applicazioni terrestri e spaziali, radar navali e apparati per le comunicazioni professionali sicure. Lo stabilimento conta circa 1.000 addetti. Un fiore all’occhiello per Campi, ombelico del mondo nel campo della ricerca e della tecnologia.

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