CAMPI BISENZIO

Il coronavirus si è portato via Irio Cencini in tre settimane, un personaggio e un grande amico dei campigiani

Il ricordo degli amici di sempre.

Il coronavirus si è portato via Irio Cencini in tre settimane, un personaggio e un grande amico dei campigiani
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Il Covid-19 porta via con sé un’altra persona molto conosciuta in città.

A pochi mesi di distanza dalla scomparsa dell’amico Angelo Palazzi anche Irio Cencini, proprietario dell’autocarrozzeria “Centrauto” in via delle betulle non ce l’ha fatta. Entrambi coetanei, hanno contratto il virus a sette mesi di distanza. Cencini, personaggio di spicco e storico volontario della misericordia di Campi, lascia la moglie Patrizia e la figlia Rachele. I funerali si sono tenuti giovedì 3 dicembre presso la chiesa di San Lorenzo a Campi Bisenzio. L’uomo si era ammalato qualche settimane fa, successivamente l’aggravarsi delle sue condizioni lo hanno costretto al ricovero in terapia intensiva ma non è bastato a salvargli la vita. Cencini aveva 66 anni, tanti gli amici e i concittadini che in questi giorni hanno ricordato con affetto Irio. 
Il ricordo di Bruno Ballerini «Ci conoscevamo da sempre, fin da ragazzi, una persona espansiva che aveva molte amicizie nel paese proprio in virtù di questo suo carattere. Era una persona di riferimento a Campi. 
La sua scomparsa è stata una batosta per tutti. Commerciava quadri ed era appassionato. Aveva l’hobby dell’arte, comprava e vendeva quadri di ogni tipo. Siamo stati insieme da ragazzi soci alla Misericordia, sistemava anche delle auto per loro, una persona di cuore».
Alba Scarpellini ci racconta della professionalità e serietà che portava avanti nella sua carrozzeria: 
«Ho conosciuto Irio tantissimi anni fa quando iniziava la sua attività ed io lavoravo alla Bmw di Firenze. Non ci siamo mai persi di vista anche perché fare a meno di un bravo meccanico. Sempre disponibile a darti una mano quando ci vedevamo parlavo di arte per ore e lui mi mostrava gli ultimi pezzi della sua collezione. Non mi dò pace al pensiero che non ci siamo più rivisti dopo la morte di mio fratello nel marzo scorso. Ero sicura che ci saremmo rivisti, abbracciati e pianto insieme...e invece ora siamo tutti più soli.»
Tra gli amici più stretti di Irio anche Giorgio Manetti:
«Non ci rendiamo conto in venti giorni come sia stato possile perderlo. Una persona speciale, sempre disponibile e unico. La nostra amicizia dura da più di 50 anni, l’ho visto poco tempo prima che lo ricoverassero. Un crollo improvviso. Con Irio parlavamo sempre nella piazza “Scarlino” davanti al bar la rosa, negli anni ‘70, di andare alle Hawaii perché aveva visto la pubblicità in una rivista. Ci sono stato sette volte, lui non c’è mai stato ma quando sapeva che ci sarei andato ci scherzavamo sempre. Un grande lavoratore, ha sempre lavorato nel suo settore. Irio era unico, abbiamo perso un pezzo di noi e questo è duro da digerire. Siamo tutti distrutti»
Tutta la comunità di Campi è provata dalla prematura scomparsa di una persona definita da tutti gentile e speciale. Non se ne capacita il baritono Devid Cecconi:
«Sono giornate difficili, eravamo amici sin da piccoli nonostante gli anni di differenza. La sua carrozzeria era un punto di riferimento per tutti, amici e clienti. Andavamo lì a fare l’apertivo e scambiare quattro chiacchiere. Il Cencini era il Cencini, la sua perdita è incredibile. Non riusciamo a darci una spiegazione, era sano e non aveva nessun problema di salute. Un amico sincero, qualsiasi bisogno e problema avessi lui era disponibile ad aiutarti. Quest’anno mi ha addirittura fatto un piano per fare una vacanza con la mia compagna. Ha aiutato tante persone. Era un collezionista di arte, molto appassionato. Lo conoscevano tutti perchè è stato “un personaggio”». – continua Devid- «Ha aiutato economicamente tante persone senza chiedere niente anche con il suo lavoro con le macchine. Era una persona fatta così, estremamente generosa e disponibile. Una persona di cuore che si faceva in quattro per venirti incontro. L’ultimo ricordo che ho di lui è di venti giorni fa, era sempre di corsa, ci siamo abbracciati e siamo andati a prenderci un caffè. Lo ricordo fuori dalla carrozzeria che mi aspetta per andare a prendere un caffè».  

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