Da salerno a firenze

Giro di vite su una presunta associazione camorristica

Giro di vite su una presunta associazione camorristica
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La Polizia di Stato ha eseguito il sequestro di beni riconducibili ad un presunto clan camorristico finito lo scorso anno al centro di un’inchiesta della Procura fiorentina per usura e altri reati anche associativi.Il Procuratore della Repubblica e il Questore di Firenze hanno richiesto e ottenuto la misura di prevenzione patrimoniale disposta dell’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo toscano.

Giro di vite su una presunta associazione camorristica

Giro di vite su una presunta associazione camorristica finita lo scorso anno al centro di un’inchiesta della Procura della Repubblica fiorentina. Il Procuratore della Repubblica e il Questore di Firenze, nell’ambito di una più ampia strategia avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato sul territorio nazionale, hanno richiesto e ottenuto dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo toscano un provvedimento, eseguito questa mattina dalla Polizia di Stato, che ne colpisce direttamente anche il patrimonio.

In questo caso, è stata, infatti, applicata la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su beni, assetti societari e disponibilità finanziarie riconducibili ad un 40enne originario del salernitano.

Nei confronti dell’uomo, attualmente detenuto presso il carcere di Nuoro, in regime di custodia cautelare, i Giudici hanno ordinato il sequestro di beni per alcune centinaia di migliaia di euro. In particolare, a seguito delle indagini patrimoniali svolte dalla Divisione Anticrimine della Questura di Firenze, unitamente all’omologo Ufficio della Questura di Salerno, e con il supporto del Servizio Centrale Anticrimine, sono stati sottoposti al provvedimento ablativo: un’unità immobiliare a Nocera Inferiore (SA), 4 autoveicoli, 2 motociclette, conti correnti, un deposito titoli, un fondo di investimento, quote e beni che compongono il patrimonio aziendale di almeno tre ditte riconducibili al proposto.

Il decreto, eseguito questa mattina dai menzionati Uffici, è  fondato sulla normativa contemplata dal codice antimafia, che prevede il sequestro dei beni, nella disponibilità diretta o indiretta dell’interessato, qualora il loro valore risulti sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta, ovvero quanto, sulla base di sufficienti indizi, si abbia motivo di ritenere che gli stessi siano frutto di attività illecite o ne costituiscono il reimpiego.

La proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica e dal Questore ha evidenziato, altresì, la pericolosità sociale del prevenuto, basata sui numerosi procedimenti penali a suo carico (alcuni dei quali conclusi con sentenze irrevocabili), a partire dal 2002, consentendo di ritenere come il predetto, per la condotta e il tenore di vita attuale, vivrebbe, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.

L’atto in questione ha, infine, posto in risalto anche l’attualità della pericolosità sociale, essendo il proposto destinatario di più ordinanze di custodia cautelare, emesse nel corso del 2021, in quanto indiziato di plurimi gravi reati.

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