Crollo nel cantiere: si sospetta che due delle vittime abbiano documenti irregolari
La procura indaga per omicidio colposo plurimo e crollo colposo, si approfondiscono le informazioni sui quattro operai morti magrebini
Cinque morti, di cui ancora uno disperso, più tre feriti che al momento stanno rispondendo bene alle cure ospedaliere, è il bilancio del tragico crollo avvenuto al cantiere di via dei Mariti a Firenze, alle 8.52 di venerdì mattina, dove sarebbe dovuta nascere la nuova Esselunga.
Quello di Luigi Coclite, 59 anni, l’autotrasportatore originario di Montorio al Vomano in provincia di Teramo, ma da trent’anni stabilitosi in Toscana a Collesalvetti Vicarelli (Livorno), dove si era sposato e aveva fatto famiglia, è stato il primo corpo recuperato. Nella giornata di ieri sono stati identificate le altre quattro vittime: Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, TaoufikHaidar, 45 anni e Bouzekri Rachimi, 56 anni, originario del Marocco che risulta ancora disperso. Vivevano tutti in Lombardia, tra Brescia e Bergamo nei comuni di Palazzolo sull’Oglio e Chiuduno.
L’indagine e il sospetto dei documenti irregolari
Oltre a scavare tra le macerie dell’enorme cantiere si scava anche nelle dinamica dell’accaduto perché ci sono da chiarire i motivi del tragico crollo e soprattuto da valutare quali siano (e di chi) le responsabilità. Intanto, in questa fase delle indagini, la procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e crollo colposo, ha delegato gli accertamenti sui quattro operai: pare che due di loro non fossero in regola con i permessi di soggiorno. Uno dei marocchini avrebbe addirittura un precedente di polizia oltre al reato di clandestinità. I due operai dovrebbero essere stati assunti da ditte che lavorano in subappalto nel cantiere.
La posizione di CGIL Toscana: “All’origine di queste tragedie non c’è mai solo fatalità o sfortuna”.
FENEALUIL TOSCANA e FILLEA CGIL TOSCANA, attraverso i propri Segretari Generali, Daniele Battistini e Alessia Gambassi, esprimono vicinanza alle famiglie delle vittime, stringendosi attorno al loro dolore.
“Un pensiero va ai compagni di lavoro che hanno visto strappare la vita dei colleghi all’interno del cantiere; tanta è la rabbia perché i numeri degli infortuni registrati in edilizia sono inaccettabili. In un paese che vuole definirsi civile come il nostro, in una democrazia fondata sul lavoro, non può esserci più spazio per tragedie come quella avvenuta a Firenze. Nell’attesa che vengano chiarite le dinamiche dell’incidente da parte degli organismi preposti, riteniamo che all’origine degli infortuni non ci sia mai solo fatalità o sfortuna. Si muore per insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro dovuti alla carenza di ispettori: l’attuale Governo continua a rimandare decisioni importanti su questo tema, trascurando le nuove assunzioni per potenziare l’Ispettorato del Lavoro, strumento per noi fondamentale e centrale nel contrasto agli infortuni, soprattutto in una logica di coordinamento nelle attività di prevenzione insieme ad Asl, Inail ed Inps".
“Cantieri dove i ritmi di lavoro sono incessanti, dove la dirigenza antepone il guadagno alla sicurezza, facendo prevalere la logica del profitto. Si lavora in un appalto dato in subappalto - proseguono - con la chiara conseguenza che ad ogni passaggio l’impresa che prende i lavori deve mirare al risparmio e finisce quasi sempre per risparmiare sui materiali, sul costo contrattuale e sulla sicurezza dei lavoratori. Non a caso si registra la maggioranza degli infortuni gravi e mortali tra il secondo e il terzo grado di subappalto. In particolar modo laddove si applicano i subappalti si insinua più frequentemente il lavoro nero e irregolare, e di conseguenza dumping contrattuale e sfruttamento”.
“Chiediamo alle istituzioni regionali di farsi carico, da subito, di un problema che questo Governo non ha in alcun modo affrontato. facendo piuttosto passi indietro con le modifiche al Codice degli appalti. C’è bisogno di un atto di responsabilità da parte di tutta la politica con un impegno serio delle istituzioni, le quali devono dare risposte, partendo da alcune priorità per noi fondamentali e non più rinviabili: devono essere investite risorse per rafforzare le strutture preposte ai controlli, con assunzioni nei dipartimenti di prevenzione delle Asl e dell’ispettorato del lavoro. Crediamo fortemente che la sicurezza non possa essere vista come semplice burocrazia o come mero costo da sostenere parte delle imprese, piuttosto debba essere considerata come investimento fondamentale sulla vita delle proprie maestranze. Consapevoli che la diffusione della cultura della sicurezza possa essere perseguibile solo se esiste un pieno e fattivo coinvolgimento di tutti i soggetti, istituzioni, lavoratori e imprese, crediamo che non ci sia più tempo da perdere. Per questi motivi FENEAL UIL e FILLEA CGIL chiedono fin da subito alla Regione Toscana di aprire un confronto serio ed approfondito con tutte le parti sociali del comparto assieme alle istituzioni per mettere in campo azioni concrete e mirate”.