CRONACA

Conclusa con 11 arresti la maxioperazione da Prato a Rovigo

Maxi sequestro di stupefacenti nel Polesine per un valore di mercato stimato in 1.785.000 euro

Conclusa con 11 arresti la maxioperazione da Prato a Rovigo
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Si è conclusa a Rovigo la maxioperazione "Amleto": 11 persone arrestate per produzione e vendita di marijuana con 165 chili di prodotto finito e altri 60 in produzione per un totale di un milione e 785mila euro di valore di mercato stimato.

Conclusa con 11 arresti la maxioperazione

Sono stati i militari del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Prato a intervenire tra Lendinara, Lusia e Fratta Polesine con l'ausilio dei colleghi di Rovigo. Si tratta del proseguo dell'operazione investigativa che tra il 3 e 6 novembre scorso portarono a sei arresti tra Prato e Pistoia per traffico illegale di marijuana.

Lunedì 30 novembre intorno alle 15.30 la seconda parte dell'operazione che ha portato i militari pratesi fino a Rovigo dove hanno arrestato cinque clandestini cinesi e pregiudicati e senza fissa dimora.

Quella mattina stessa i cinque erano stati colti sul fatto nella coltivazione di cannabis: 610 piantine nel terreno agricolo della bassa Polesine.

Sequestrati 45 chili di marijuana

Il totale della “marijuana” già lavorata in sequestro ammonta a 45 chili per un valore medio di mercato stimato in 315.000 euro. Si è arrivati ai siti di Rovigo, operanti dal maggio del 2020, seguendo le mosse di Li Quiang che era già stato arrestato a prato per stupefacenti nel 2017, sempre dal reparto operativo CC. Questi aveva avuto contatti con i connazionali arrestati il 7 novembre e, con una Wolkswagen “Tiguan”, noleggiata a lungo termine a prato, faceva la spola tra Lendinara e questo capoluogo di provincia. L’attività di pedinamento del soggetto ha portato all’individuazione delle fabbriche di “marijuana” in polesine.

Il processo di maturazione della cannabis veniva accellerato a 2 mesi, rispetto ai 3 dati in natura, sia con l’ausilio di fertilizzazione forzatata con ormoni sia grazie ad un impianto a raggi “uva” da 150 Kwh, funzionate h24 a temperatura ventilata costante di 22 °C.. l’impianto elettrico e’ stato realizzato abusivamente mediante allaccio diretto alla rete di distribuzione dell’energia per un danno stimato in 7.700 euro.

Il “laboratorio di tossicologia forense dell’università di Bologna” ha effettuato un primo esame della sostanza, fortemente nociva (t.h.c. a valore 4/5), valutando che da ogni pianta vegeta si potevano ricavare 150 grammi d’infiorescenze pertanto altri 90 chili di “marijuana” tipo “skunk” erano in fase di produzione e presumibilmente destinati sia al mercato italiano ed a quello del Nord Europa.

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