Signa

Addio allo storico mobiliere di Signa, Roberto Bertini: il ricordo

Il figlio Alessandro: «Ha dedicato tutta la sua vita al lavoro dove si è impegnato tanto e anche alla famiglia»

Addio allo storico mobiliere di Signa, Roberto Bertini: il ricordo
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La scomparsa di Roberto Bertini, 83 anni, storico mobiliere di Signa, ha commosso l’intera comunità. Martedì scorso all’ultimo saluto, celebrato da don Alessandro, presso la chiesa di San Giovanni Battista, sono accorse moltissime persone ed ancora oggi sono in tanti a chiamare il figlio Alessandro per rivolgergli le proprie condoglianze, increduli per quanto avvenuto.

Roberto era un artista a tutto tondo, un professionista stimato e ricercato anche fuori Signa, un volto amico, una persona perbene da sempre dedito alla famiglia ed al lavoro, dalla fede incrollabile. «Mio padre – ha raccontato il figlio a Bisenziosette – ha sempre profuso nel lavoro il massimo dell’impegno. Aveva cominciato a lavorare nel 1949, ad appena 11 anni, come apprendista dagli zii Dino e Gino Buti, reduci dalla guerra. Nella bottega di via Roma iniziò ad imparare il mestiere per poi frequentare, quando aveva 14 anni, il corso di disegno tenuto da Giuseppe Santelli presso il villaggio scolastico artigiano, fondato a Signa dal maestro Leopoldo Fantozzi e a 18 anni  venne scelto tra i migliori apprendisti della provincia di Firenze e premiato nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze».

Era già un artigiano dalle mani esperte. Successivamente, nel 1989, in seguito alla morte dello zio Gino, Roberto decise di rilevare l’attività cambiando l’insegna da “Mobili Buti” a “Bertini Arredamenti”. La bottega è così andata avanti per altri 20 anni fino a quando nel 2009, dopo oltre 60 anni di lavoro, decise di chiudere per sopraggiunti problemi di salute». Pur avendo avuto una vita travagliata, avendo dovuto affrontare molte problematiche, la sua scomparsa ha colto tutti di sorpresa. «All’inizio di quest’anno – ha spiegato Alessandro – mia mamma ha avuto un incidente domestico e da allora è sempre ricoverata in un centro di riabilitazione senza aver più fatto ritorno a casa. Dopo 51 anni di matrimonio mio padre non ha retto il distacco ed io penso che abbia smesso di lottare, nonostante sia sempre stato ottimista, amando profondamente la vita».

Nella sua lunga carriera ha venduto mobili e camere da letto a tantissimi signesi ed ha anche realizzato alcune opere sacre del quale andava particolarmente orgoglioso come il Crocifisso, le panche ed i confessionali esposti all’interno della pieve di Signa, la Croce realizzata per il convento delle suore Passioniste di Santa Maria e le tre Croci per il tabernacolo di via del Crocifisso. Era molto fiero di aver realizzato questi manufatti artigianali, esposti in luoghi sacri a lui molto cari. La fede ha rappresentato per Roberto un aspetto importante fin da ragazzo quando la sua famiglia si era trasferita in San Miniato e lui aveva iniziato a fare il chierichetto, mentre suo padre suonava le campane in chiesa. Con la sua scomparsa è venuto a mancare uno degli ultimi protagonisti della vecchia generazione di artigiani signesi, purtroppo una razza in via d’estinzione. All’ultimo saluto era presente anche il sindaco Giampiero Fossi: «Roberto era una persona onesta – ha commentato ancora colpito - un artigiano davvero straordinario che io ho conosciuto ed apprezzato personalmente recandomi spesso a comprare i mobili nella sua bottega amata da tutti i signesi». Attraverso le colonne del nostro giornale il figlio Alessandro ha voluto ringraziare tutti per l’affetto straordinario dimostrato dalla comunità: «Verso mio padre – ha concluso – porterò sempre nel cuore un amore smisurato come infinita è stata la sua dedizione verso il lavoro e la nostra famiglia».

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