Post transfobici: l'assessore alla Cultura del comune di Livorno, Lenzi, si è dimesso
Il sindaco Salvetti: "Non si possono mettere in discussione i valori che questa giunta ha portato avanti da sempre, sono sbalordito”
“Alla Biennale di Venezia ci tengono a farci sapere che la donna quintessenziale ha la minchia. E no, non è che siamo borghesi scandalizzati. Siamo borghesi annoiati a morte da questo lavaggio del cervello, da questa prevedibilità, da questa predica continua”.
E ancora: “Ho uno champagne in frigo, pronto per quando chiuderà, sommersa dai debiti, la fogna del Fatto Quotidiano laboratorio di abiezione morale, allevamento di trogloditi, verminaio del nulla”.
Le dimissioni dopo le polemiche
Sono questi i post costati il posto, a Simone Lenzi, assessore alla Cultura di Livorno, che si è dimesso. Una decisione "avallata" in primis dal sindaco Salvetti che ha parlato di unica strada percorribile annunciando che al momento - e per diverso tempo - si terrà le deleghe.
Parole definite grave e inaccettabili
Lo stesso primo cittadino ha definito i post pubblicati da Lenzi come "un fulmine a ciel sereno che ci ha disorientato". "Non si possono metter in discussione i valori che questa giunta ha portato avanti da sempre. Sono sbalordito per le sue esternazioni sull’identità di genere, per di più perché l’ho sempre sentito partecipe su questi temi, mai un distinguo ma le parole sono gravi e difficilmente accettabili”, ha aggiunto Salvetti.
L'ex assessore si era scusato
Lo stesso Lenzi aveva provato a tornare sui propri passi chiedendo scusa per quelle frasi e assumendosene la responsabilità, ma per la giunta questa presa di posizione non è stata sufficiente.
"Non poteva bastare - ha spiegato Salvetti - per il lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi nei confronti di un mondo a cui siamo molto sensibili. Ho parlato con la presidente dell'Arcigay che ha chiesto un incontro: sentirò quali sono le sue idee e rivendicherò che qualsiasi cosa accada non si può cancellare ciò che è stato fatto. In questa regione ci sono sindaci che nella propria città non partecipano al Pride, al contrario di ciò che abbiamo fatto noi fino ad oggi”.
Critiche bipartisan
Critiche nei confronti di Lenzi erano giunte anche dai parlamentari toscani del Movimento 5 Stelle Andrea Quartini e Riccardo Ricciardi. "Si tratta di una deriva culturale semplicemente inaccettabile e crediamo che una persona del genere non possa più ricoprire il ruolo di assessore alla cultura" hanno dichiarato.
"Ritengo davvero poco consono un comportamento del genere, soprattutto per un assessore alla cultura in un Comune dove amministra la sinistra. Sono sicura che il sindaco Salvetti, saprà sostituire l’attuale assessore, con una persona più adatta a ricoprire un ruolo così importante e delicato”, ha fatto eco la consigliera regionale, Silvia Noferi.