prima di partire

Marco Innocenti parte per Tokyo: il saluto col sindaco Calamai, sarà allenatore della Barketova

Come prima di Rio 2016, il montemurlese Marco Innocenti ha incontrato il sindaco per le Olimpiadi: stavolta non sarà in pedana ma allenatore della slovacca Danka Barketova.

Marco Innocenti parte per Tokyo: il saluto col sindaco Calamai, sarà allenatore della Barketova
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Il campione montemurlese Marco Innocenti, nell'insolita veste di allenatore dell'atleta slovacca di tiro a volo specialità skeet, ha voluto salutare il sindaco proprio come fece alla vigilia delle Olimpiadi di Rio 2016. Innocenti:« Partiamo per Tokyo con la consapevolezza di aver fatto il possibile per far bene. Credevo di soffrire meno nelle vesti di allenatore e invece anche dietro le quinte la tensione è la stessa di Rio».

Il saluto di Montemurlo a Marco Innocenti verso Tokyo, ma da allenatore

Scaramanzia a parte, i riti che funzionano non si cambiano. Così Marco Innocenti, anche nel suo nuovo ruolo di allenatore, prima della partenza per le Olimpiadi di Tokyo, così come aveva fatto per Rio 2016, ha fatto tappa in municipio dove ha presentato al sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, Danka Barketova, 37 anni, l'atleta slovacca della quale ha seguito la preparazione, una delle tiratrici di tiro a volo più forti del mondo (specialità Skeet) e componente del Comitato internazionale Olimpico.

Danka, infatti, in vista delle Olimpiadi si è affidata all'esperienza del montemurlese che l'accompagnerà in gara a Tokyo. L'atleta slovacca è stata più volte campionessa europea di tiro al volo, vincitrice di una medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Londra 2012, della Coppa del Mondo in Egitto a fine febbraio 2021 e del terzo posto alla Coppa del mondo di Lonato Brescia qualche mese fa.

«È una grande gioia sapere che il nostro Marco Innocenti sarà alle Olimpiadi a fianco di un'atleta di valore come Danka Barketova. - dice il sindaco Simone Calamai - Con Marco un pezzettino di Montemurlo sarà a Tokyo e noi, ancora una volta, tifiamo per lui. Inoltre ci fa piacere che, attraverso quest'incarico tecnico, sia valorizzata la grande esperienza del nostro campione. Sono certo che Marco saprà dare a Danka i consigli più opportuni e la giusta motivazione per affrontare con successo la regina di tutte le competizioni, l'Olimpiade ».

Marco Innocenti, dunque, ancora una volta è tra i protagonisti delle Olimpiadi anche se, sotto la bandiera della Slovacchia e con un ruolo tecnico, ma l'emozione è sempre la stessa, come sottolinea lui stesso:

« Da allenatore pensavo di soffrire meno, ma mi sbagliavo. Quando entri nel vivo delle gare patisci anche stando dietro le quinte. La sensazione è diversa ma la tensione e le emozioni sono le stesse di quando gareggiavo». Danka e Marco affrontano la partenza verso il Paese del Sol Levante carichi di motivazione e voglia di riuscire:« Arriviamo a Tokyo senza rimpianti, con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che era necessario per affrontare la pedana preparati al meglio sotto il punto di vista tecnico, fisico e mentale. Noi, dunque, siamo tranquilli e l'obbiettivo è la finale, anche se nelle gare ci sono complicazioni talvolta imprevedibili contro le quali si può far ben poco», continuano Marco Innocenti e Danka Barketova.

Da quattro anni Danka Barketova si allena in Italia, a Montecatini alla scuola di Bruno Rossetti e, oltre che da Innocenti, è seguita nello staff tecnico da Sandro Bellini.

« Dopo le Olimpiadi di Rio ho attraversato un momento di crisi. - racconta Danka- Così ho deciso che, se dovevo continuare a gareggiare, volevo avere al mio fianco il migliore allenatore. Marco è una persona con grande esperienza che mi fa stare bene, che mi dà fiducia e che sa dirmi sempre la parola giusta al momento opportuno. Avendo avuto una lunga carriera come atleta, infatti, Marco sa bene cosa si prova in certi momenti, prima delle gare, sa quanto si soffre in questo sport. La famiglia Innocenti poi mi ha accolto con grande calore e mi dà un grande sostegno e supporto».

Ogni giorno Danka fa 4-5 ore di allenamento tecnico e fisico perché, oltre ai nervi saldi e ad una grande concentrazione, occorrono resistenza e muscoli forti per gestire un fucile che pesa 4kg e che deve essere maneggiato come un pennello “con estrema precisione, senza alcuna sbavatura”. Danka spara da quando aveva 13 anni. Ad avviarla alla disciplina del tiro a volo è stato il babbo, cacciatore e appassionato tiratore, ed anche la gemella di Danka è stata campionessa juniores della stessa disciplina. «Grazie alla Federazione slovacca per avermi accolto e grazie a Luciano Rossi della Federazione italiana di tiro a volo di avermi dato la possibilità di vivere questa nuova esperienza», conclude Marco Innocenti.

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