Loretta Rossi Stuart chiede aiuto alla Toscana

L'attrice si è rivolta anche all'avvocatessa campigiana Barbara Gualtieri.L'attrice si è rivolta anche all'avvocatessa campigiana Barbara Gualtieri.

Loretta Rossi Stuart chiede aiuto alla Toscana
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Loretta Rossi Stuart chiede aiuto alla toscana

Loretta Rossi Stuart, attrice, cantante, ballerina, sorella del noto Kim Rossi Stuart si è rivolta anche all'avvocatessa Barbara Gualtieri come legale e Presidente di MDC Firenze con un grido di aiuto: «Mio figlio è detenuto ingiustamente a Rebibbia da quattro mesi. Dobbiamo tirarlo fuori di lì». Giacomo Sy, 25 anni, è il figlio maggiore di Loretta.  Affetto da disturbo bipolare borderline e «a causa della droga - spiega la madre - in alcune situazioni perde totalmente il controllo. Ma non ha mai fatto male a nessuno se non a se stesso». Non dovrebbe essere in carcere ma in una Rems, struttura sanitaria d’accoglienza istituita nel 2015 che ha sostituito l’ospedale psichiatrico giudiziario.

 


La dottoressa Rossella Beertocci di Firenze, Psicologa, Pedagogista, Mediatrice Familiare
Counselor olistico e Trainer accreditato dalla S.I.A.F. , sentita in merito a questo tipo di disturbo, riferisce che “..il disturbo bipolare è una patologia altamente invalidante sia sul piano sociale che affettivo e familiare. Le gravi alterazioni dell'umore, dei comportamenti e delle emozioni necessitano di un intervento adeguato e tempestivo.  Le variazioni dell'umore devono essere curate con una adeguata terapia farmacologica che si sviluppa all'interno di una buona relazione terapeutica basata sulla fiducia. Per supportare e migliorare la qualità della vita di questi pazienti è necessario un intervento  psicoeducativo che aiuti a familiarizzare con il proprio disturbo e ad apprendere strategie per riuscire a gestirlo in maniera più efficace. Risulta inoltre necessario il coinvolgimento dei caregiver,  per supportare il paziente nella quotidianità ed evitare l'interruzione della terapia.   Chi soffre di disturbo bipolare ha un tasso di suicidio molto alto. Farmaci mirati e personalizzati uniti ad una giusta terapia possono migliorare la qualità della vita ed abbattere il rischio clinico del suicidio…”.

Nè a Roma, però,  nè nel Lazio  ci sono posti sufficienti a soddisfare le necessità: le cinque strutture esistenti possono accogliere un massimo di 91 persone. La lista d’attesa ad oggi ne conta 43.
Mi spiega Loretta che Giacomo è ad oggi  il diciottesimo.
La  Garante del detenuto del Comune di Roma Dott.ssa Gabriella Stramaccioni, sentita in merito da Loretta Rossi Stuart riferisce che  probabilmente il posto si libererà la prossima primavera. E nel frattempo cosa succede? Il trattenimento in carcere nel suo caso è illegale.
Stramaccio evidenzia che Giacomo Sy non può e non deve stare in carcere . Il magistrato ha previsto per lui un provvedimento in Rems e tale prescrizione deve essere applicata . Il trattenimento in carcere oltre a collidere col provvedimento è anche inadatto alla situazione. Però non ci sono sufficienti posti nelle rems del Lazio ( ed anche nelle altre regioni ) e le liste di attesa sono lunghe .
Probabilmente per Giacomo il posto si libererà per la prossima primavera . E nel frattempo cosa succederà si chiede la madre ? Il ragazzo non può continuare a rimanere a Rebibbia perché deve essere curato SUBITO ed in maniera adeguata . Vanno rafforzate le strutture di sicurezza e di cura . In Toscana ci sono oltre le rems altre strutture di sicurezza per un totale di 40 posti e ciò permetterebbe di accogliere immediatamente le persone che necessitano di questa misura . Stramaccio riferisce che a   Roma hanno altre situazioni simili a quella che sta vivendo Giacomo e che "bisogna agire al più presto"

E’ per questo  questo che  Loretta si è rivolta alla Gualtieri, affinché raccogliessi l’appello e me ne facessi tramite con le Istituzioni locali.

Giacomo è stato arrestato nel luglio del 2018 per un furto di 60 euro, reato per cui ha finito di scontare la pena a maggio. Sul suo capo, però, pende una condanna precedente per aggressione a pubblico ufficiale che dovrebbe scontare proprio nelle strutture sanitarie preposte e ricevere le cure necessarie alla sua patologia, e invece rischia di rimanere dietro le sbarre ancora a lungo. «Il mio ragazzo si sta indurendo», dice mamma Rossi Stuart, che ha deciso di battersi per tutelare non solo i diritti del figlio ma di tutti coloro che ne condividono la condizione. «Il 12 novembre - continua - ci sarà convegno presso la fondazione Don Di Liegro, con proiezione di un docufilm sulla storia di Giacomo. Ci aspettiamo delle risposte».

«Queste strutture - ha dichiarato  la Garante - sono a oggi l’unica destinazione per chi è affetto da disturbi psichiatrici, quindi le assegnano per qualsiasi reato. In questo modo si crea sovraffollamento. Sarebbe opportuno istituire delle strutture intermedie in cui accogliere i casi meno gravi». la follia  della scarsa disponibilità di posti - dichiara  Stramaccioni - è che proprio a causa delle lunghe liste d’attesa, capita che i soggetti quando chiamati non abbiano più bisogno della misura ma siano costretti ad andarci lo stesso togliendo posto ad altri.

L’appello è rivolto dal Gualtieri, da MDC e da Loretta Rossi Stuart alla Regione Toscana, ai Consiglieri al Presidente del Consiglio e della Regione affinché manifestino interessamento.

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