La grande avventura di Maria Sapio, stilista che ha inaugurato il suo nuovo atelier a Sesto Fiorentino ma che vive a Pistoia
Indossare le creazioni di Maria Sapio è come entrare in un mondo d’incanto: un invito a guardare il mondo della maglieria con occhi sognanti per riuscire a scorgere la magia ed il mistero.
Nel nuovo atelier creativo aperto a Sesto Fiorentino, nei bellissimi locali di via Cavour a Colonnata, si respira, fin dal primo momento, l’eccellenza manifatturiera che caratterizza il ”Made in Italy” conosciuto in tutto il mondo, dando sfoggio a quel patrimonio di artigianalità, ricerca nei materiali e creatività che solo l’Italia sa esprimere.
40enne che ha frequentato il Polimoda a Firenze
Ad aprire il nuovo atelier di moda è stata Maria Sapio, 40 anni, oggi residente a Pistoia, che dopo aver frequentato il Polimoda a Firenze ha continuato negli anni a sviluppare nuove tecniche per l’utilizzo dei filati, lavorando anche con importanti aziende del distretto tessile pratese.
Durante l’inaugurazione dei nuovi locali è stata presentata al pubblico la nuova collezione primavera-estate ed inverno 2021, con i capi indossati dalle allieve di ginnastica classica, che hanno sfilato indossando abiti, maglie e copri-spalla realizzati interamente in maglia. Veri e propri pezzi unici.
Nelle orditure di Maria Sapio, da esplorare con la vista e con il tatto, convivono in armonia rigore geometrico e morbidezza organica che rendono lineare e semplice l’estrema complessità dell’Atelier. Indossare le creazioni di Maria Sapio è come entrare in un mondo d’incanto: un invito a guardare il mondo della maglieria con occhi sognanti per riuscire a scorgere la magia ed il mistero.
«Dopo essere nata in Italia – ha raccontato a Sapio – sono cresciuta in Germania sviluppando una personalità sfaccettata grazie all'influenza delle due culture. Fin da piccola ho sempre manifestato un forte interesse per la moda e dopo la maturità, volendo scegliere tra Firenze e Parigi, ho scelto di tornare in Italia per frequentare l’accademia del Polimoda, specializzandomi in maglieria. Per molti anni - ha proseguito - ho poi lavorato per un’importante azienda produttrice di filati di Calenzano e poco prima dell’avvio della pandemia, dopo aver esplorato tante tecniche e lavorazioni creando anche installazioni per Pitti immagine Filati, ho deciso di mettermi in proprio iniziando i lavori per aprire l’atelier.
Tutti i progetti, purtroppo, sono poi stati travolti dall’emergenza sanitaria».
Per Maria Sapio la maglieria è espressione d’arte, il dialogo fra la materia e il suo trattamento è al centro della progettazione: ogni creazione è un prezioso pezzo unico di alta moda, realizzato con una lavorazione che lega a doppio filo tradizione e tecniche innovative.
Le materie prime utilizzate sono completamente sostenibili ed ottenute nel rispetto per gli animali; il processo di lavorazione segue un codice etico in cui l'esperienza e la conoscenza della materia e del saper fare sono fondamentali.
«La lavorazione di ogni capo – ha spiegato – è il frutto di un lavoro mirato e dedicato al raggiungimento di un obiettivo preciso: la creazione di un pezzo unico di maglieria. Ogni capo racconta una storia unica, unica come la donna che lo indosserà. Le nostre materie prime sono ottenute nel rispetto degli animali e la lavorazione segue un'etica che punta sull'esperienza e sul saper fare italiano. Per questo utilizziamo filati di nuova generazione, con uno sviluppo complesso che unisce lavorazione a mano e trame realizzate con macchine elettroniche avanzate. In particolar modo – ha aggiunto – utilizziamo filati ad aria, caratterizzati da una grande voluminosità e leggerezza, le fettucce di cotone organico, seta e viscosa rigenerata. Tutti filati sostenibili, certificati e realizzati nella nostra zona».
Dopo anni a esplorare e innovare l'universo dei filati e l'arte della maglieria, nel 2018 Maria Sapio ha presentato la sua prima collezione al “White” di Milano durante la fashion week e nei prossimi giorni i nuovi capi sfileranno in occasione del fashion show di AltaRoma.
«Oggi – ha concluso – noi italiani continuiamo ad essere famosi nel mondo per la capacità di fare cose belle. Ma dove sono finite le mani per realizzare questi capi? Si ha sempre più difficoltà a trovare e reperire sarte ed altre maestranze. E’ possibile che non vi siano artigiani che vogliano lavorare in uno dei settori trainanti del made in Italy, come quello dell’alta moda? Per realizzare capi unici, servono non solo filati di qualità, telai a crochet e tessiture realizzate con macchine elettroniche, ma anche e soprattutto la grande arte del “fatto a mano”».