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Intimità questa sconosciuta, per le mamme di oggi

Dall’indagine sullo stato di benessere della relazione di coppia in seguito all’arrivo dei figli emerge anche che il 35,1%  delle mamme si aspetta attenzioni che non arrivano mai.

Intimità questa sconosciuta, per le mamme di oggi
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Intimità questa sconosciuta, per le mamme di oggi. È quanto emerge dall’indagine di Me First, start up fiorentina della psicologa Cristina Di Loreto di Me First.

Intimità questa sconosciuta

Su 2754 donne di tutta Italia il 45% lamenta una scarsa intimità con il proprio compagno da quando è diventata mamma e per il 15,9% l’intimità è addirittura totalmente assente, solo il 3,5% la considera ottima. Questo nonostante che in media le stesse mamme attribuscano un voto che arriva quasi a 8 (in un range da uno a 10), all’importanza dell’intimità nella relazione di coppia. È quanto emerge dall’indagine condotta on line da Me First, start up fiorentina della psicologa Cristina Di Loreto di Me First, che si occupa di potenziare a livello psicologico le madri fuori e dentro il mondo aziendale. La maggior parte delle mamme intervistate (il 48,8%) è nella fascia d’età tra 30 e 35 anni, è coniugata, ha un contratto a tempo indeterminato (il 46%) e ha già dei figli (il 95,8%). Mentre invece il 15,5% è casalinga, il 9,3 disoccupata. Prima che arrivassero figli il 46,2% lamentava alcune criticità sopportabili e il 32,4% pensa che il compagno avrebbe potuto fare di più per supportarla emotivamente dopo l’arrivo dei figli. Obbiettivo della ricerca è analizzare con un questionario semi strutturato quali tra le 5 aree intercettate dalla fondatrice del metodo Me First siano le più critiche per la coppia nella percezione delle madri.

Dall’indagine sullo stato di benessere della relazione di coppia in seguito all’arrivo dei figli emerge anche che il 35,1%  delle mamme si aspetta attenzioni che non arrivano mai o non quanto si vorrebbe, il 25,5% cerca di coltivare il contatto con il partner, il 12,2% veste i panni della mamma h24, senza spazio per il partner.

«Sappiamo che moltissime sono le madri che affrontano la genitorialità in una situazione di separazione o di monogenitorialità ma con questa ricerca volevamo focalizzarci sulle donne che all’interno della coppia percepiscono di avere delle difficoltà – spiega Cristina Di Loreto, psicologa, psicoterapeuta, mamma e fondatrice di Me First -. Questo perché ritengo che lavorando sul benessere indiviudale della madre sia fondamentale occuparmi anche del sistema in cui ogni donna è immersa. Le coppie, dopo l’arrivo dei figli, “perdono” intimità: lo fanno su vari livelli, non unicamente su quello sessuale. Questo dato è molto sconfortante perché se ci pensiamo bene l’arrivo di un figlio dovrebbe sancire un livello di intimità profondo e unico. Nel nostro questionario abbiamo analizzato cinque aree: comunicativa, affettiva, ntimità, gestione di stili educativi diversi e gestione con le famiglie di origine. Non mi aspettavo che la prima area percepita come la più critica fosse proprio quella dell’intimità, invece mi sono dovuta ricredere, dati alla mano».

Me First, con la sua Academy strutturata e il suo team di psicologi e psicoterapeuti, è la prima palestra di crescita personale unicamente pensata per i bisogni di una mamma e per il suo benessere individuale. L’attività si occupa del benessere mentale della mamma come individuo ma anche delle mamme in azienda, andando ad ampliare nelle imprese interessate l'offerta per la Diversity and Inclusion. Me First è l’acronimo di Mentoring, Empowerment, Flessibilità, Immersione, Ritualità, Strategie e Trappole su cui la startup ha costruito sette tappe propedeutiche al cambiamento della mamma, oltre che le risposte alle principali difficoltà che incontra, tra cui senso di colpa materno, senso d’inadeguatezza, time management. Il metodo Me First è stato validato dalle risposte date da 400 mamme a un questionario preliminare, oltre che dall’efficacia su centinaia di loro. Le mamme di solito apprendono il metodo con un’esperienza di self coaching in streaming, per video-tappe, accompagnata da una community dove tutte le partecipanti fanno rete e due salotti di confronto (uno aperto ai papà).

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