Sciopero dei lavoratori

Pam Panorama, dipendenti in sciopero contro la cassa integrazione Covid /VEDi IL VIDEO

I dipendenti si sono riuniti alle 11 di questa mattina per un presidio davanti al punto vendita per chiedere che venga redistribuita la cassa integrazione

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Pam Panorama, dipendenti in sciopero contro la cassa integrazione Covid

 

 

 

Prosegue lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo Pam Panorama a Campi Bisenzio. Su 90 dipendenti, 52 sono stati coinvolti nella cassa integrazione Covid ad inizio 2021. I dipendenti  si sono riuniti alle 11 di questa mattina per un presidio davanti all’ingresso del Centro Commerciale I Gigli che si è protratto fino alle 12.30 per chiedere che venga redistribuita la cassa integrazione covid e che non vengano fatte distinzioni tra lavoratori all’interno dello stesso ipermercato.

Il punto vendita, da anni attraversato da profonde battaglie sindacali, è rimasto aperto durante tutto il periodo di pandemia grazie all'enorme sacrificio del personale ma, a distanza di un anno, non sono chiari i progetti futuri dell'azienda e intere famiglie si trovano a dover lavorare la metà delle ore in condizioni precarie sottoposti ad un enorme stress dato dall'incertezza della loro posizione lavorativa.

La denuncia dell'unione sindacale di base

 

All’interno dell'ipermercato, bloccato dai dipendenti  scioperi, alcuni lavoratori delle agenzie interinali chiamati a fronteggiare l'assenza di personale. A raccontare le condizioni dei lavoratori è Debora Boretti, delegata USB Panorama Campi Bisenzio:

"Chiediamo che venga estesa a tutti i dipendenti. Siamo entrati in cassa integrazione covid all’inizio della pandemia, tutti sono stati coinvolti in questa decisione fino a fine 2020. Da inizio 2021 l’azienda ha deciso di riprendere la cassa integrazione covid denunciando una diminuzione ulteriore nel fatturato con una modalità agghiaciante”

Il supermercato ha infatti suddiviso in due fasce i lavoratori senza mai comunicare ai dipendenti in modo corretto e in anticipo le decisioni, come ci spiega:

“Al momento esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, siamo tutti lavoratori Panorama inquadrati come quarto livello addetto alla vendita ma siamo stati suddivisi in due aree: quella industriale si trova in cassa integrazione (casse, latticini, bazar leggero, bazar pesante e il groster) e quella freschi (forni, gastronomia, macelleria, pescheria e ortofrutta) no. I lavoratori dell’area freschi lavorano a tempo pieno mentre l’altra parte composta da 52 persone sono state individuate come esuberi all’interno dello stesso supermercato”.

Metà delle ore e dunque metà stipendio, Pam Panorama è al momento una delle poche aziende italiane del settore della grande distribuzione organizzata ad aver chiesto per i propri dipendenti questo tipo di sussidio.

“Se la decisione di rientrare nella cassa integrazione è imputabile al covid perché questa divisione tra dipendenti? Facendo così l’azienda ha già individuato una bolla di potenziali esuberi pur avendo lo stesso inquadramento professionale. Durante la pandemia abbiamo lavorato tutti nelle stesse condizioni. Abbiamo chiesto la possibilità di effettuare una rotazione della cassa integrazione, siamo uniti- ha raccontato Boretti- È una cassa scellerata che non tiene conto della dignità del dipendente. L’azienda non vuole farci effettuare una rotazione, ci viene continuamente detto che l’obiettivo aziendale è un rilancio del punto vendita attraverso il potenziamento del reparto freschi ma non è mai stata fatta perché non si è mai investito in formazione sui dipendenti. Tutto questo adesso è accentuato, diminuendo il personale inevitabilmente scende il livello di offerta al cliente e quindi l’incasso”.

I dipendenti sono demotivati e il cliente è insoddisfatto. Chi è fuori dalla cassa integrazione, i capi-reparto, adesso vengono demansionati e devono svolgere anche ruoli che non sono di loro competenza. Questo stato di incertezza durerà almeno fino a luglio con una pausa ad agosto ma verrà ripreso da settembre fino a dicembre 2021.
Dall’azienda arrivano delle risposte che non soddisfano il personale che non ha intenzione di indietreggiare e, al contrario, dall'esterno decide di portare la propria voce davanti davanti all'ingresso dell'ipermercato.

“Ci dicono che questo modello di cassa integrazione è già stato sperimentato e ha portato ad aumenti del fatturato. Le professionalità tra cassa integrati e non sono diverse. Per la politica dell’azienda è sempre valsa la fungibilità di reparto e adesso ci suddividono in categorie ben distinte. È inaccettabile.”

"La situazione è pesante, è una vergogna"

Tra le tante lavoratrici in sciopero c'è chi si è visto ridurre l'orario di lavoro del 50%, come ci racconta una delle dipendenti dell'ipermercato da oltre 20 anni, assunta con contratto part-time a 16 ore costretta adesso a svolgere solamente 9 ore di lavoro settimanali:

“La mattina alle 9 in cassa c’è solo un dipendente, se fossi un cliente me ne andrei. Non ci sentiamo neppure al sicuro dal punto di vista della tutela della nostra salute. Non c’è nemmeno un controllo agli ingressi, entrano intere famiglie e siamo esposti a rischi enormi per quanto riguarda il virus. Vogliono rilanciare il supermercato puntando sui freschi ma, per esempio, dopo la ristrutturazione il reparto macelleria -con il macellaio- non è stata riaperta. Nessuno negli ultimi sette anni ha avuto il contratto di lavoro pieno, eravamo tutti in “solidarietà”, ora siamo divisi in due. Ho chiesto di lavorare su tre giorni perché qui dentro la situazione è pesante, i clienti si lamentano del servizio. La vergogna è che ci sono negozi chiusi alla fame e noi siamo in cassa integrazione Covid pur non avendo mai chiuso e tutto dipende dalle politiche aziendali sbagliate. Il covid ha diminuito gli incassi, inutile negarlo, ma alla base ci sono delle scelte aziendali che confondono il cliente e mettono il personale in una condizione di forte stress emotivo. Questa decisone l'abbiamo appresa per vie traverse, non ci parlano mai in modo chiaro, i turni cambiano dall'oggi all'indomani ma abbiamo tutti una famiglia, dei figli, come possiamo pensare di andare avanti così?”.

 


 

Sul posto anche il consigliere comunale Lorenzo Ballerini

Presenti al presidio anche alcuni esponenti di Rifondazione Comunista e il Consigliere comunale di Campi a Sinistra Lorenzo Ballerini:

 Sono qui per manifestare la solidarietà ai lavoratori del gruppo Pam Panorama come abbiamo fatto anche nel periodo di natale. Chiediamo che i lavoratori e le lavoratrici vengano coinvolge nel ragionamento di prospettiva del centro commerciale perché è impensabile che la proprietà abbia dei progetti poco chiari al punto che i dipendenti apprendono le decisioni dai giornali. Abbiamo sempre chiesto come parte politica di opposizione un tavolo di trattativa con i lavoratori, la proprietà e l'amministrazione per tracciare insieme il rilancio di questo spazio e soprattutto per la tenuta lavorativa. È impensabile che questi lavoratori vengano spremuti come arance con turni impensabili e che poi vengano "gettati via" quando non c'è più bisogno. La divisione è un tentativo di dividere i lavoratori, è impensabile, è un passaggio sbagliatissimo"

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