Oltre duecento persone salutano la Croce dipinta di Simone Martini

Grazie alla Soprintendenza e all'Opificio delle Pietre Dure, al lungo e accuratissimo lavoro di restauro la Croce dipinta di Simone Martini è finalmente tornata nella Chiesa di Santa Maria sul Prato

Oltre duecento persone salutano la Croce dipinta di Simone Martini
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La Misericordia di San Casciano accoglie la Croce dipinta di Simone Martini insieme alle autorità civili e militari e oltre duecento persone

La Croce ritornata è ora visibile nella Chiesa di Santa Maria sul Prato sopra il secondo altare sul lato destro.

I fratelli e le sorelle della Misericordia di San Casciano "senza il loro caritatevole spendersi per gli altri - ha ricordato il governatore Marco Poli - tutto questo non sarebbe possibile", commossi, hanno visto tornare il capolavoro di Simone Martini, artista senese trecentesco a cui è dedicata la piazzetta antistante la Chiesa e i locali della Misericordia, nella loro Chiesa.

Giornata memorabile, dunque, quella di sabato 25 maggio 2019 quando, alle ore 17, dopo la benedizione e la preghiera di Don Massimiliano Gori, Correttore della Misericordia, che ha ricordato il valore cristiano della croce per l'intera comunità di credenti, è stata svelata la Croce di fronte a un pubblico che è cresciuto di minuto in minuto e che ha seguito lo svolgersi degli interventi specialistici delle personalità presenti, con grande attenzione.
Questa Croce è stata presente nella Chiesa fin dal XVIII secolo. Croce di grande valore artistico, croce di devozione e di preghiera, di sofferenza collettiva e personale. Il saluto del sindaco uscente Massimiliano Pescini ha posto in evidenza come San Casciano sia un territorio ricco di evidenze storico artistiche e come la Croce di Simone Martini sia opera pregevole che la comunità sancascianese tiene in gran conto.

 


Maria Pia Zacchettu, storica dell'arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, che ha seguito le ricerche documentaristiche sulla Croce e tutta la vicenda del restauro, ne ha tracciato la storia, dopo aver portato i saluti del Soprintendente Andrea Pessina, ricordando le mostre a cui l'opera ha partecipato: 1936 Parigi, 1961 "Mostra d'arte sacra antica" - Palazzo Strozzi, Firenze. Fu Giacomo di Nicola, presentando la mostra senese su Duccio di Boninsegna del 1912, a pubblicare la Croce di San Casciano attribuendola senza ombra di dubbio a Simone Martini. "La tavola, nella sua impostazione gotica, - ha continuato Zaccheddu -mutila dell’immagine del Golgota alla base del montante a causa di un taglio effettuato nel XX secolo, esprime a pieno la volontà di una committenza che non lesinò sulla preziosità dei materiali ricchi di oro, argento, stagno, terre e minerali pregiati come l’azzurrite, accolti in linee sinuose e in sapienti sfumati che creano pienezza del corpo e morbidezza nel modellato".

Il Soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti ha tracciato una breve storia dell'Istituzione che dirige e che ha risposto alla richiesta di restauro della Misericordia con piacere, offrendo la propria alta perizia gratuitamente. Opificio è un Istituto autonomo del Ministero per i beni e le attività culturali afferente alla Direzione generale educazione e ricerca, la cui attività operativa e di ricerca si esplica nel campo del restauro delle opere d'arte ed è nato per volere di Ferdinando I de' Medici, come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure. Negli ultimi decenni del secolo XIX l'Opificio venne trasformando la sua attività lavorativa, in attività di restauro e in seguito alla grande catastrofe dell'alluvione del Novembre 1966 e alla legge istitutiva del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali del 1975, vennero fusi in unica entità l'antico Opificio mediceo ed il Laboratorio restauri della Soprintendenza, annettendo i laboratori minori sorti in seguito all'emergenza dell'alluvione. Alessandra Ramat, l'esperta dell'Opificio delle Pietre Dure che ha restaurato la Croce, ha mostrato le varie fasi del restauro.

Ha sottolineato come sia stata eseguita "la pulitura della pellicola pittorica, intervento compiuto in modo molto puntuale attraverso l’impiego del bisturi sotto il controllo del microscopio, reso necessario dalla estrema delicatezza della pittura, legata non soltanto al tempo-vita dell’opera, ma soprattutto alla presenza di sostanze sovrapposte nel tempo nel corso di precedenti restauri. L’uso del microscopio è stato indispensabile anche per riuscire a distinguere e riconoscere la presenza di tali interventi che sono stati mantenuti o eliminati, valutandone di volta in volta l’opportunità". Una splendida Croce eseguita nel secondo e terzo decennio del XIV secolo in legno di pioppo, con tempera a uovo e uso di punzoni, decorazioni a graffito e foglie metalliche di argento e stagno.

Ciatti ha ricordato come anche il Crocifisso di Giotto sia stato restaurato dall'Opificio e come questo della Misericordia sia importante perché dopo il restauro le figure dei dolenti la cui paternità di Simone era posta in dubbio a favore di allievi, in realtà mostrano la stessa omogeneità di esecuzione. "Una Croce che attende - ha concluso il Soprintendente dell'Opificio - il parere degli storici dell'arte per avvalorare l'ipotesi che anche i dolenti siano di mano del Maestro". Alla cerimonia di svelamento dell'opera restaurata hanno partecipato numerose autorità civili e militari. Un ringraziamento speciale per l'organizzazione va ai volontari della Misericordia e a Elettra Ciappi.

In esclusiva il video dello svelamento dell'opera

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© FOTO ARCHIVIO GIOVANNA M. CARLI, CRITICA E STORICA DELL'ARTE

 

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