Istigazione all'odio, Vannacci indagato a Roma per il suo libro
In base a quanto si apprende il procedimento è stato avviato dopo alcune denunce presentate nelle scorse settimane da associazioni
Il generale dell'Esercito, Roberto Vannacci, è indagato a Roma in relazione ad alcune affermazioni che compaiono nel suo libro "Il mondo al contrario". Nei suoi confronti viene contestato il reato di istigazione all'odio razziale. In base a quanto si apprende il procedimento è stato avviato dopo alcune denunce presentate nelle scorse settimane da associazioni.
"Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!", si legge in una nota diffusa dalla Lega dopo la notizia dell'indagine.
La scorsa estate è diventato un personaggio in un battito di ciglia. Ormai tutti sanno chi è il generale Roberto Vannacci: inizialmente è diventato famoso perché in maniera del tutto anomala per un militare e all'insaputa dell'esercito, aveva deciso di dare alle stampe (in autonomia con Amazon Kindle) il controverso libro "Il mondo al contrario" nel quale ha dato la sua personale versione delle cose sugli argomenti più disparati, attirandosi altrettante accuse di omofobia e razzismo. Poi la sua notorietà si è via via affermata soprattutto grazie a un seguito crescente di sostenitori che non hanno mai nascosto le loro motivazioni ("Ha avuto il coraggio di dire cose che in tanti pensiamo") ed è arrivato anche il plauso di Matteo Salvini che ha anche lanciato la proposta di una candidatura con la Lega alle prossime Elezioni europee.
Il periodo preso in esame è fra il 2021 e il 2022 (dal 7 febbraio del 2021 al 18 maggio 2022) - come ricostruisce News Prima - quando Vannacci ricopriva l'incarico di addetto militare a Mosca, nella Russia di Putin non ancora sprofondata nell'assurdità della guerra in Ucraina e "amica" dell'Italia (ricordate i camion di militari disinfestatori mandati in Bergamasca ai tempi del Covid?).
L'accusa è di aver in sostanza abusato dell'auto di servizio, di aver percepito rimborsi illeciti per i propri famigliari e di aver organizzato feste e cene private a spese nostre, producendo un danno erariale allo Stato (italiano).
Anche Nardella si era detto contrario
Contro l’opera del generale "Il mondo al contrario" si sono scagliati un po’ tutti. Il sindaco Nardella è stato molto duro:
"Le parole espresse da Roberto Vannacci nel suo libro, stando a quanto riportato dai mezzi di informazione, sono di una gravità inaudita e mi lasciano sconcertato, anche perché espresse da un servitore dello Stato, un alto ufficiale dell'Esercito italiano nonché comandante di una storica e prestigiosa istituzione di Firenze come l'Istituto Geografico Militare. Firenze è città universale, impegnata per i diritti delle persone contro ogni discriminazione: per noi è inaccettabile che una Istituzione della nostra città sia guidata e rappresentata da una persona che manifesta idee così aberranti e offensive. Mi chiedo che giudizio diano e cosa pensino di fare a riguardo le autorità governative".
“Mai avuto paura delle mie opinioni”
"Se metterò a rischio la carriera lo avrò fatto per una giusta causa: la lotta al pensiero unico. Gli omosessuali non sono normali tanto quanto non lo sono io. Sono una persona che ha fatto scelte diverse, cose e di cui vado fiero. E sarei altrettanto fiero se fossi omosessuale".
E poi riguardo alle accuse di razzismo replica: "Ho combattuto fianco a fianco, mano nella mano, con persone di etnia africana, mediorientale, tajiki, pasthun. L’accusa di razzismo è un’invenzione dei media. Senza mai tirarmi indietro ho rischiato la pelle per ideali e principi di etnie diverse, se non le vogliamo chiamare razze, ma non possiamo dire che non esistono etnie, culture, civiltà diverse”. Il libro lo riscriverei senza alcun problema, mai avuto paura delle mie opinioni".