Un ultimo tango per Sergio Staino, anarchico e antifascista
Hendel, Guccini, Vecchioni, Schlein per l’addio laico in Palazzo Vecchio
E' la musica a fare da colonna sonora alla cerimonia di addio a Sergio Staino. Laica, mai banale con le note de "Gli Amici" e un tango argentino. In sottofondo, il contrabasso del figlio Michele, il piano, e il violino suonato dal sindaco Dario Nardella. Un omaggio all'uomo, all'artista, al Sergio anarchico, antifascista, comunista atipico, al babbo e al marito di Bruna.
Lo hanno ricordato così Sergio Staino, morto all'età di 83 anni, in Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento. Un maxischermo che fa scorrere le foto di una vita, ai piedi del palco c'è Bobo, il suo alter ego trasformato in un fumetto. Maglione blu, pensieroso, la sigaretta e le maniche della camicia arrotolate.
In tanti, tantissimi a salutare il fumettista e giornalista. Ci sono gli amici di sempre, il maestro Francesco Guccini e Roberto Vecchioni:
"Vorrei chiedergli di stare vicino a chi sa lui, per conto mio", facendo riferimento al figlio, deceduto all'età di 36 anni.
Guccini: "Era di una sinistra colta, come vorremmo che fossero quelli di Sinistra"
Sul palco anche il maestro Guccini.
"Una curiosa congiunzione astrale univa Sergio e me, c’erano 6 giorni di differenza alla nascita nel 1940, lui era nato in tempo di pace io in tempo di guerra, lui non ci vedeva più io mi avvio a non vederci più. Eravamo uniti da due curiosi destini.
Sergio era intelligente, colto altruista, generoso, un grande disegnatore, era di sinistra come Bobo, lui e Bobo erano la stessa cosa. Era di una sinistra colta, intelligente, generosa come noi di sinistra vorremmo fossero tutti quelli di sinistra. Sergio se ne è andato, arrivo anche io, ridammi solo il vantaggio che ti sei preso, sei giorni, sei anni, sessanta sono troppi. Ritarderò un po’ ma arrivo anche io".
A dirigere, quello che sembrava più uno spettacolo teatrale di aneddoti e ricordi di vita vera, c'è Paolo Hendel. Lo zio, come lo ha definito la figlia di Staino, Ilaria.
"Paolo questa è la tua famiglia’ così mi ha detto Sergio la sera prima di finire in ospedale quasi un anno fa. Nella sua vita, Sergio è stato bravo a tenere insieme le persone. Era sempre pieno e di idee, che molto spesso erano progetti collettivi, iniziative anche audaci. Sapeva sempre come cavarsela, cosa fare e cosa dire", ha detto Paolo Hendel.
Già, il tempo di una tango per chi ha fatto della matita la sua arma di libertà senza conoscere stanchezza né resa. Un comunista etico.
Il ricordo della figlia Ilaria: "Sei morto con la parola antifascismo in bocca"
"Eri un grillo parlante, ma meno antipatico del grillo parlante - ha ricordato la figlia Ilaria. Io e Michele siamo orgogliosi di averti avuto come babbo. Ci hai insegnato il senso di giustizia. La casa non eravamo solo noi, ma soprattutto gli amici.
"Non mi importa avere un centesimo, ma gli amici sì", dicevi. La nostra casa era un porto di mare. Ci hai insegnato il senso di giustizia. E' stato un anno terribile, ma hai avuto una vita bellissima e te la sei meritata tutta".
E gli amici di Sergio c'erano tutti. Da quelli di sempre come Adriano Sofri ai politici. Della politica la segretaria del Pd, Elly Schlein, l'onorevole Pd, Gianni Cuperlo. Della politica fiorentina presenti il sindaco, Dario Nardella, l’assessora per il sociale, Sara Funaro e quella regionale, Monia Monni, il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco di Scandicci Sandro Fallani. Poi David Riondino, Lella Costa, Carlin Petrini, fondatore di Slow food, fino a Daria Bignardi.
Una grande riunione di redazione come ha definito qualcuno la giornata. Per quel ragazzo che aveva imparato a sognare, quando era bambino disegnando sulle buste di carta. Ciao Sergio.