A dicembre la sentenza

Offre la figlia minorenne per sesso: il caso choc a Pisa

All'epoca dei fatti la ragazzina aveva appena 11 anni e la mamma sapeva tutto. Era lei a sponsorizzare quegli incontri

Offre la figlia minorenne per sesso: il caso choc a Pisa
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E' una storia di omissioni, di violenze sessuali. Di sesso tra una bambina, all'epoca dei fatti appena di 11 anni, e adulti. In mezzo c'è una mamma che vede nell'opportunità di offrire la figlia una sicurezza economica. Di mezzo non ci sono soldi, ma un contesto familiare per così dire insolito. Siamo nel pisano ed è nei locali che la donna trovava gli uomini. 

Violenze sessuali durate per anni

I fatti risalgono al 2013 e vanno avanti fino al 2017. All'epoca la ragazzina, come detto, aveva appena 11 anni, ma aveva rapporti con un uomo di 66 anni, allora compagno anche della mamma. La madre sapeva.

Adesso, il processo è arrivato alle battute finali. Tre le condanne chieste dal pm. Una pena di 9 anni per quello che sarebbe stato il fidanzato della mamma, ma che avrebbe avuto rapporti con la bambina. Lui, oggi è un uomo di 76 anni di Livorno. Altri 7 anni e mezzo per un operaio di 45 anni di Piombino. Per la mamma, invece, sono stati chiesti 3 anni e mezzo.

E' il quotidiano il Tirreno in particolare a riportare la testimonianza di un operatore della casa famiglia dove viveva la minorenne.

"La mamma non le credeva"

"Mi disse che la mamma la spingeva ad andare con gli adulti e non con i coetanei perché in quel modo poteva avere una stabilità che i ragazzi non potevano darle", ha raccontato in aula.

"La ragazzina mi fece anche capire che la mamma non le credeva quando le diceva che il compagno della donna, molto più anziano della madre, la toccava. Un giorno mi raccontò anche di un viaggio fatto a Piombino, accompagnata dalla mamma a casa di un adulto. Non entrò nel dettaglio di quell’incontro.

Si limitò a dire che non le era piaciuto. Era una situazione che viveva male nonostante tra alti e bassi continuasse ad avere rapporti con la madre".

La mamma sapeva tutto. Era lei, anzi, a spingere la bambina ad intrattenersi con uomini più grandi perché, a suo dire, le avrebbero garantito una sicurezza economica. Sapeva ed era consenziente per questo le viene contestato il reato omissivo improprio.

A dicembre la sentenza.

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