“Il vello d’oro”, tra Georgia e Italia
Terzo romanzo di Temur Kiladze, per cercare di trasmettere agli italiani i valori georgiani e per far conoscere loro la quotidianità di questa vita.
“Il vello d’oro”, tra Georgia e Italia
Il libro, è uno dei metodi migliori per conoscere e scandagliare profondamente una nazione straniera, con il suo passato, il suo presente e le sue tradizioni. Viaggiare con la fantasia nei luoghi descritti e poi chissà, magari un bel giorno arriva il momento di trasformare la fantasia in realtà e conoscere personalmente quel paese, completamente sconosciuto per te, ma incredibilmente affascinante ed esotico. Ecco perché sarebbe opportuno tradurre più libri possibili da una lingua all’altra.
Questa volta, vi presentiamo “Il Vello d’oro” di Temur Kiladze, uno scrittore contemporaneo georgiano dal carattere poliedrico. La versione italiana del libro, è stata presentata a Firenze il 10 luglio, dove abbiamo avuto la possibilità di intervistare personalmente l’autore.
Il testo in questione è il terzo romanzo di Temur Kiladze. Il primo romanzo si chiama „Le mie amanti di Facebook“ ed è stato pubblicato nel 2015 e il secondo è „La confessione di una ragazza“ del 2016. L’autore ha scritto “il vello d’oro” pensando agli italiani, per cercare di trasmettere loro i valori georgiani e per far conoscere loro la quotidianità della vita georgiana.
Il libro rappresenta un viaggio lungo una vita, quello del protagonista Niko Kaladaze, che nasce in Georgia nel periodo dell'Unione Sovietica, in una terra bellissima ma estremamente povera, dove però riesce a godere di ogni piccola cosa e in cui anche i funerali sono eventi mondani e occasioni per ritrovarsi. Niko si sposta per tutta l'Europa, nel tentativo di avviare qualche business, cosa in cui, in effetti, riesce anche abbastanza bene, salvo incontrare sulla sua strada loschi figuri e imbroglioni di ogni sorta che gli mettono i bastoni tra le ruote. Vecchi ricordi, sogni, esperienze e personaggi al limite sono il cardine attorno a cui ruota una narrazione brillante e divertente.
«Ho scritto questo libro per gli italiani! Presto arriveranno anche i libri di altri autori georgiani, più bravi e famosi di me, diventeranno popolari e conosciuti in Italia e spero gli Italiani diventino fieri dei Georgiani,» – dice lo scrittore e aggiunge: «Non molto tempo fa, molti italiani, come i georgiani di oggi, hanno lasciato la loro patria a causa della povertà e sono diventati emigranti. Gli italiani conoscono molto bene la durezza dell’emigrazione. Il famoso regista Francis Ford Coppola scrive nelle sue memorie: “all'inizio cambiai il mio nome Francesco in Francis perché nessuno voleva avere a che fare con gli italiani. Quando dicevo di essere italiano, mi associavano alla mafia, alla droga e alla prostituzione. In realtà non era affatto così, ma la comunità italiani richiamava tale cattiva nomea. Nessuno ricordava che le parole "tutti gli uomini sono ugualmente liberi e indipendenti per natura" appartenevano al medico italiano Philip Mazei e furono incluse nella Dichiarazione di Indipendenza americana. Per l'America gli italiani non sono più “pizza, mafia e mandolino” ma una comunità che ha dato e dà un grande contributo alla società e alla cultura. Oggi in Italia forse anche i Georgiani hanno la nomea che gli italiani avevano in America nel secolo precedente. Solo per qualche indegno georgiano, gli italiani non devono pensare che i georgiani non siano brava gente. Tra gli emigranti georgiani in italiani ci sono tantissime “badanti” che quando lasciano il lavoro gli italiani rimpiangono. E queste “badanti” che si spaccano la schiena ogni giorno sono tutte laureate e in patria erano dottoresse, scienziate e scrittrici. Credo fortemente che un bel giorno, come l’America è diventata di Francis Ford Coppola, anche l’Italia sarà fiera dei georgiani».
Alla domanda, perché ha chiamato il suo libro “Il Vello d’oro” l’autore ha una risposta veramente intrigante: «Voglio mostrare al mondo che non siamo solo la terra del vello d’oroe di Stalin, ma abbiamo molto altro da mostrare e da raccontare. Per questo dovreste visitare la Georgia, viaggiare con noi. E se vorrete, accetto di essere la vostra guida e oltre a farvi conoscere la Georgia, aiutarvi a cercare l’oro degli Argonauti con un metal detector».
Questo libro farà da ancoraggio ad un viaggio meraviglioso di chi è interessato a cercare Argo, si, proprio l’oro degli Argonauti! Per scoprire di più, va letto il libro… dove troverete anche segnato il percorso degli Argonauti.
Temur Kiladze nasce nella Georgia Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale nella cittadina di Ozurgeti. Passa l'infanzia sotto il regime di Stalin e Chruscèv. Negli anni Settanta si trasferisce in Russia, a Mosca, e successivamente a Ufa, vicino ai monti Urali. Lì si laurea all'Università statale in Chimica e prosegue la carriera universitaria diventando Professore di Chimica all'età di 36 anni. Nei successivi cinque anni abbandona tutto e diventa un uomo di affari, prima nel campo petrolifero, poi nella lavorazione del legname. Proprio grazie all'ultima esperienza diventa un dirigente della pubblica amministrazione della regione russa della Baschiria. Tale incarico si interrompe successivamente in modo brusco dopo un suo personale scontro con la politica locale. Successivamente lascia la Russia e inizia il suo viaggio lungo trent'anni tra Croazia, Italia, Georgia e Lettonia, dove attualmente risiede.
Il viaggio italiano di “Vello d’oro” è stato promosso dalla giornalista immigrata Khatuna Sharadze della testata georgiana ExclusiveTV.
di Nina Mamukadze