Vertenza Gkn

Gkn, il sindaco Nardella scrive alla presidente Von Der Leyen, “L’Unione Europea si prenda le proprie responsabilità”

Il sindaco di Firenze ha richiesto un impegno diretto sulla situazione dello stabilimento.

Gkn, il sindaco Nardella scrive alla presidente Von Der Leyen, “L’Unione Europea si prenda le proprie responsabilità”
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Gkn, il sindaco Nardella scrive alla presidente Von Der Leyen, “L’Unione Europea si prenda le proprie responsabilità”

Il sindaco Dario Nardella, in qualità anche di presidente di Eurocities, ha scritto oggi alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen sul caso Gkn chiedendo che “l’Unione europea si prenda le proprie responsabilità” e auspicando “un autorevole impegno diretto della Presidente sulla situazione dello stabilimento di Firenze”. 

Ecco il testo integrale della lettera: 

Gentilissima Presidente Von Der Leyen, 

le scrivo riguardo alla grave situazione che sta avvenendo presso l’azienda GKN di Campi Bisenzio, una florida realtà industriale con 422 lavoratori radicata da tantissimi anni sul territorio fiorentino, che rappresenta un’eccellenza a livello internazionale nella realizzazione di componenti destinate alle industrie del settore automobilistico. 

Nelle scorse settimane l’azienda, di proprietà del Fondo di investimenti Melrose, ha comunicato a mezzo mail le ferie forzate, il conseguente licenziamento della totalità dei dipendenti e la chiusura immediata dello stabilimento, contravvenendo, a nostro avviso, ai principi normativi italiani sulle corrette relazioni sindacali. 

Come per molte altre vicende simili accadute all’interno dei paesi dell’Unione, la dismissione dell’impianto non è dettata dagli effetti della crisi economica, ma al contrario dalla volontà di grandi fondi finanziari di aumentare ad ogni costo il proprio profitto, senza rispettare e riconoscere il valore del lavoro, sfruttando il gap salariale e fiscale, spesso molto rilevante, presente tra i Paesi dell’Unione Europea. 

Siamo con tutta evidenza di fronte ad un comportamento aziendale grave ed ingiustificabile nei confronti del quale a livello locale stiamo attivando ogni azione possibile, pur consapevoli che i nostri mezzi sono estremamente limitati di fronte a crisi aziendali di questa portata. 

A dimostrazione dell’interesse europeo che una vicenda del genere suscita, mi permetto di evidenziare che la realtà di GKN si inserisce nel contesto europeo di transizione ecologica dell’industria automotive, come da lei prospettato lo scorso 14 luglio in occasione della presentazione del piano “Fit for 55”, all’interno del quale è previsto che tutte le autovetture nuove immatricolate a partire dal 2035 saranno a zero emissioni. 

Al netto dell’oggettivo impegno del governo italiano e regionale sulla vicenda, mi permetto dunque di rivolgermi a lei, Presidente Von Der Leyen, che ha recentemente aperto lo State of The Union di Firenze citando Don Lorenzo Milani ed il suo “I care”, ovvero mi faccio carico delle responsabilità. 

È infatti oggi più che mai necessario che ognuno si interessi al prossimo e che l’Unione Europea si prenda le proprie responsabilità affinché da un lato vengano poste in essere misure di contrasto alla concorrenza sleale che sfrutta condizioni fiscali e livelli salariali più bassi in alcuni Stati rispetto ad altri, causando disoccupazione e perdita di lavoro e, dall’altro, vengano regolamentate le attività dei grandi gruppi di investimento che, talvolta beneficiando anche di aiuti pubblici, pongono in essere attività speculative. 

Infatti, seppure la normativa comunitaria contempli il principio della libertà della concorrenza, è altrettanto vero che fin dal Trattato di Amsterdam del 1997 la promozione di un elevato livello di occupazione e del progresso economico e sociale sono stati incardinati tra gli obiettivi dell'UE, conferendo inoltre alla CE la responsabilità di sostenere e integrare le attività degli Stati membri in tali settori, incoraggiando la cooperazione tra questi ultimi e sviluppando una strategia coordinata. 

Inoltre, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che con il Trattato di Lisbona ha assunto valore vincolante, riconosce i cosiddetti «diritti di solidarietà», come il diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione, il diritto alla contrattazione collettiva e a condizioni di lavoro giuste ed eque; principi generali che sono venuti a mancare in questa vicenda. 

Infine, solo tre mesi fa in occasione del Porto Social Summit, dove ci siamo incontrati, gli Stati Membri e le organizzazioni economiche e sociali hanno ribadito l’impegno europeo in tema di diritti sociali. In particolar modo abbiamo richiesto “un’attenzione particolare sul rafforzamento dei diritti dei lavoratori e sui sistemi di sicurezza sociale”. 

Le chiedo pertanto un suo autorevole impegno diretto sulla situazione dello stabilimento di Firenze, poiché come riaffermato in occasione del vertice di Porto, ora più che mai l'Europa deve essere il continente della coesione sociale e della prosperità.

 

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