L’iniziativa

La Rocca di Cerbaia al centro dell’anno dantesco

Il Comune di Cantagallo ha pronti i progetti di recupero e cerca risorse. Il 29 maggio una giornata dedicata al Sommo Poeta e la Val di Bisenzio

La Rocca di Cerbaia al centro dell’anno dantesco
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La Rocca di Cerbaia è al centro dell’anno dantesco in Val di Bisenzio. Il comune di Cantagallo è impegnato da tempo per la salvaguardia e il recupero della millenaria rocca dei conti Alberti importante punto di difesa e guardia dei passi tra Appennino e Mugello. “Il recupero del complesso monumentale e archeologico della Rocca di Cerbaia è un obiettivo strategico dell’amministrazione comunale, sappiano bene che è urgente intervenire per questo ci stiamo impegnando con determinazione per intercettare le risorse necessarie e per partire con i lavori”, sottolinea il sindaco Guglielmo Bongiorno.  Il comune di Cantagallo ha già presentato al ministero dei Beni culturali, attraverso la Soprintendenza, un progetto di fattibilità che prevede il recupero della cinta muraria esterna, della cisterna e dei ruderi della chiesa. È stato suddiviso in sei diversi lotti funzionali - per intercettare con maggiore facilità le risorse - il primo prevede un impegno economico di circa 330 mila. Intanto circa 70 mila euro potrebbero arrivare entro l’anno dal ministero dell’Interno nell’ambito dei Finanziamenti per spese di progettazione per iniziative di messa in sicurezza. Nel relativo bando la Rocca è già stata messa in graduatoria.

Un’importante novità anche sul fronte della valorizzazione: è stato terminato in questi giorni l’intervento per un nuovo sentiero di accesso alla Rocca in collaborazione con il CAI e Legambiente, che ha portato alla realizzazione del nuovo percorso del sentiero 48. “Il 29 maggio cominceranno proprio alla Rocca di Cerbaia le iniziative per l’anno dantesco che sono state messe a punto con il  Comune di Vernio e la Fondazione CDSE”, annuncia Maila Grazzini, vicesindaca e assessore alla Cultura.

La storia della Rocca comincia nel Mille e si lega alle vicende degli Alberti, i Conti di Prato, e a quelle di Dante Alighieri che nell’inverno del 1285, esule verso Bologna, bussò invano al castello per chiedere ospitalità. La vendetta di quel diniego è scolpita nelle parole di fuoco che il poeta, nel trentaduesimo canto dell’Inferno dedica ad Alessandro e Napoleone Alberti, conficcandoli nel ghiaccio della Caina. Le vestigia dell’antico castello sono appartenute alla famiglia Edlemann fino al 1999 quando sono state cedute al Comune. Dal 2002 ci sono state indagini e due campagne di scavo archeologico, si è proceduto poi a un intervento di consolidamento con il sostegno della Regione e della Provincia.

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